Il Sud non finisce mai di far parlare

Dopo l’ultimo rapporto Svimez ci si ri-sveglia e si dichiara di voler fare…il Presidente del Consiglio dichiara che non ci si

deve piangere addosso; Saviano “convoca” la direzione del Pd con una lettera che ri-sottolinea sempre la stessa tragica situazione; i nostri politicanti sembra che caschino dalle nuvole.
Saviano -da meridionale- ci fa sapere dall’alto del suo osservatorio privilegiato, che la situazione è ormai vicina al punto di non ritorno tanto che anche i soldi della criminalità che garantiva (secondo lui che se ne intende) un po’ di benessere, sono finiti (forse per colpa di qualche poliziotto troppo zelante? Non lo dice).

Propone alle Istituzioni –testualmente- che: “aiutare il Sud non vuol dire continuare ad ‘assisterlo’ ma lasciarlo libero di diventare laboratorio, permettergli di crescere diversamente: con i suoi ritmi, le sue possibilità, le sue particolarità. Non dare al Sud prebende, non riaprire Casse del Mezzogiorno, ma permettere agli imprenditori con capacità e talenti di assumere, di non essere mangiati dalla burocrazia, dalle tasse, dalla corruzione”. Quasi copiando le nostre parole che per decine di volte abbiamo stampato su queste colonne.

Ma le nostre Istituzioni cosa e chi rappresentano? Decine di decenni di dibattiti e decine di elezioni per
mandare al governo gente che faccia meglio di quelli di prima; e invece sono sempre peggio per arrivare alla
cialtroneria pura di gente perfettamente incapace di tutto che non riesce a far altro che dire di attendere il prossimo futuro.

Ma quello che più conta si deve rispondere alla questione di fondo: sono le sinistre disposte a togliere potere alle burocrazie meridionali? Sono disposti a svestire le amministrazioni locali da loro occupate della possibilità di spremere le imprese fin da prima dell’inizio delle loro attività? Sono disposti ad andare in Europa e sostenere la sospensione dei mille regolamenti che trasformano il Sud in una immensa banlieu? E se mai lo volessero fare lo sapranno fare?
Al più, dopo mesi di trattative, semplificheranno fintamente qualcosa, ci diranno che presto le cose andranno
meglio… ma non accadrà nulla.
Per ricostruire la fiducia in se stessi e nel proprio futuro serve ben altro che forbiti parlatori che sciorinano elenchi
di obiettivi corredati di date fantasiose. La fiducia è la sintesi di buon governo (onestà reale ed intellettuale) e di
buone misure (competenza); la fiducia non si ottiene con provvedimenti copiati da realtà estere o ispirati da
tecnocrati usciti da chissà dove, ma restituendo ad ognuno e all’intera collettività meridionale la possibilità di
agire secondo le proprie inclinazioni e possibilità; la fiducia è il frutto di minore stato/burocrazia/tasse e più
libertà; la fiducia è il risultato di un clima duraturo favorevole al progresso;… loro sono in grado di pensare cose
così sottili?
Per riavviare lo sviluppo del Sud e quindi di tutta l’Italia non esiste altro che liberare le forze esistenti dalla
burocrazia; cosa che solo uomini liberi del Sud possono concepire e realizzare. La cialtroneria autoreferenziale
romana e di tutto il nord d’Italia e d’Europa ha dimostrato le sue incapacità affossando il Sud e l’intera economia
continentale. Se si insiste nel riaffidare proprio a loro il nostro destino riavremo sempre la stessa situazione;
ovunque.
Canio Trione – Vice Direttore – redazione@corrierepl.it