Tiziana Mattia – EDITORIALE DICEMBRE 11

Ministro Francesco ProfumoNon si riesce a capire come mai i giovani, quando si tratta di scendere in piazza

per protestare, riescano quasi sempre a dimostrarsi scarsamente evoluti, socialmente parlando. Urlanti, ossessivamente e noiosamente ripetitivi negli slogan e nella ritmica musicale di sottofondo, gli extrascolastici aspiranti disoccupati (spesso per ragioni extracrisi) si muovono a onde pecoresche. Diversificati, ovviamente, dai placidi quadrupedi di dannunziana memoria per i residui lasciati al passaggio. Lancio di uova, imbrattamento delle vetrine di banche e negozi, traffico bloccato (vedi le più recenti proteste studentesche). Nell’esuberanza protestataria post-berlusconiana si fa avanti la lotta ai “ricconi” a prescindere. E vai nella mischia tra Passera e Profumo, potenti bersagli da abbattere in tempi di crisi global-economica. E che fa se il Profumo preso di mira non è Francesco (come sarebbe, da tradizione, nella logica dello studente in corteo), neo ministro successore della Gelmini, ma Alessandro, l’ex pezzo forte di Unicredit, estraneo al nuovo Governo. Una confusione di nomi che non ha impedito, tra profumo e profumo, di sbandierare: “Il sapere ci renderà liberi”. D’accordo. Magari cominciando da una sana lettura di base. E frequentando sul serio scuole e università. Non “vascheggiando” per corridoi. Come le pecore di cui sopra.