I “sassolini” di Futuro e Libertà (FLI)

flirabbuffoL’occasione è un recente convegno organizzato dal Fli teramano sul tema “Per una destra futurista”, che ha visto la partecipazione di Filippo Rossi, direttore della testata che ha raccolto il pensiero del movimento finiano, Il Futurista, appunto. Un’occasione in cui tutti i rappresentanti locali del Fli hanno tirato fuori dalle scarpe i loro sassolini, a cominciare dalla moderatrice della serata, Maria Cristina Marroni,

vice coordinatore provinciale, con la domanda che ha dato il “calcio d’avvio” al dibattito: “Quale idea di destra all’indomani della parabola discendente del berlusconismo?” Toni Lattanzi, coordinatore provinciale, ha ribadito la volontà di una destra che senza rinnegare l’adesione al progetto politico del Pdl a cui aveva aderito, sente il dovere morale di prenderne le distanze quando il progetto viene così brutalmente disatteso, quando al dibattito e al confronto viene contrapposto lo scandalo, il gossip, le miserie private che diventando pubbliche oscurano il reale disagio di un Paese che ha ben altri motivi di preoccupazione. Prosegue Fantauzzi, giovane avvocato teramano, che pone l’accento sull’importanza del recupero di valori, come la meritocrazia e la legalità, da cui i giovani potrebbero ripartire per costruire il “loro” futuro e la “loro” libertà, abbandonando esempi e valori distorti dalla visione opportunistica e personalistica del famigerato “partito azienda” . Incalza Berardo Rabbuffo quando parla di un territorio, il nostro, che non riesce a farsi ascoltare nemmeno dai suoi rappresentanti: ” Alla riunione dei sindaci della Vibrata- precisa il consigliere regionale – in cui si sarebbe dovuto discutere degli stanziamenti richiesti per l’alluvione della scorsa primavera, il commissario straordinario, che è anche il presidente della nostra Provincia, non solo non è venuto, ma non c’era nessun altro a rappresentarlo. Così pure dalla Regione”. Il convegno si è concluso con l’accorata arringa di Filippo Rossi, che ha ribadito il coraggio della scelta del Fli di riappropriarsi dei valori positivi di un passato che è storia e che oggi deve diventare cultura.