I Consigli Tributari. Teramo decise di abolirli rinunciando al contrasto dell’evasione

Sig. Sindaco, l’evasione fiscale è uno dei tanti mali atavici della società italiana.

Essa ha raggiunto i 140 mld ed insieme alla corruzione (80 mld)costituisce il tema dominante della politica.

Il legislatore nell’anno 2010 (L.122 del 30/07/2010), allo scopo di limitare il “fiume senza fine” dell’evasione
fi scale e contributiva, fece obbligo ai Comuni di istituire i Consigli Tributari, così da permettere agli Enti Locali di partecipare all’attività di accertamento ed al contrasto dell’evasione.

Quale premio agli stessi venne riconosciuto dapprima il 33% e successivamente il 100% delle maggiori somme riscosse a titolo definitivo, afferenti i controlli fiscali operati dall’Ufficio locale dell’Agenzia delle Entrate.

Anche il Comune di Teramo fu “costretto” ad istituire questo importante organismo che non avrebbe comportato alcun onere a carico dell’Ente, in quanto la partecipazione dei componenti del Consiglio Tributario era a titolo
gratuito.

Lo scrivente venne nominato nell’organismo insieme ad altri quattro componenti, compreso il Presidente. Si iniziò con entusiasmo a lavorare con la elaborazione di elenchi di contribuenti, residenti in Teramo, da segnalare
all’A.F. per un eventuale controllo, in considerazione sopratutto della dif ormità tra il loro tenore di vita ed i redditi dichiarati negli anni (cd. Redditometro). Con il D.L.6/12/2012 n.201 venne meno l’obbligo da parte dei Comuni di istituire i Consigli Tributari, mentre si concesse ad essi la facoltà di tenere in vita quelli già istituiti.

Il Comune di Teramo, diversamente da altri capoluoghi di provincia abruzzesi, decise di abolire il Consiglio Tributario, rinunciando così di fatto sia al contrasto dell’evasione dei tributi statali che alla automatica attribuzione di somme erariali, derivanti dalle rettifi che a carico di alcuni concittadini infedeli con il Fisco.

Leggo dai giornali ripetute dichiarazioni del Sindaco di Teramo (Comune che ha applicato le più alte aliquote dei tributi locali) con le quali lo stesso si lamenta della insuf iienza dei trasferimenti erariali a vantaggio del Comune. Allora sorge spontanea una domanda: ammesso che le sue considerazioni siano oggettivamente riscontrabili, perchè mai con l’abolizione del Consiglio Tributario lei ha rinunciato ad acquisire importanti somme da un’attività di accertamento che, peraltro, sarebbe stata esperita dall’Agenzia delle Entrate?
A mio giudizio anche da queste contraddizioni nasce il distacco tra la società civile e la classe politica la quale non vuole o non sa interpretare gli interessi generali che, nel caso di specie, consistono in un’azione di ridistribuzione del reddito con la predisposizione di servizi a vantaggio dei ceti meno abbienti.

Bucciarelli Domenico – Consigliere comunale – Assessore Giunta Sperandio

PrimaPagina, edizione Maggio 2015 – di Bucciarelli Domenico