Qualche anno fa, èapparso un librodi U. Galimberti:L’ospite inquietante.Il nichilismo e igiovani (Feltrinelli,Milano, 2007). La tesi del volume è che igiovani, sradicati dalla grande tradizioneche li ha generati, si sono trovati in casal’ospite inquietante: il nichilismo. Questaè la condizione di molti giovani oggi.Ed allora? Molto tempestivamente ivescovi italiani hanno dedicato al temadell’emergenza educativa il documento pergli Orientamenti pastorali per il decennio2010-2020.La tradizione cristiana mediante latestimonianza dei padri diviene rispostaadeguata al bisogno del cuore dei fi gli:questa è l’educazione. La tradizione chediventa presenza dentro la testimonianzache i padri ne fanno ai figli. A questo puntosi capisce perché ci troviamo dentro unavera e propria “emergenza educativa”.Perché se colui che deve trasmettere unavisione della vita ed introdurre il nuovoarrivato nell’universo di senso, diciamola generazione dei padri, si sradica dallatradizione si possono verifi care duesituazioni. O si instaura un rapporto dipermissivismo, caratterizzato da unasorta di scetticismo e di indifferentismo:non esiste una verità circa il bene dellapersona (scetticismo), e quindi tutto allafi ne è permesso (indifferentismo). Oppuresi instaura un rapporto di egemoniadi autoritarismo: non si fa nessunaproposta; s’impone. Ci troviamo di fronteall’emergenza educativa perché da unaparte accade che la generazione dei fi glichiede di entrare dentro ad un universovero, bello, buono e dall’altra parte lagenerazione dei padri è divenuta stranieraall’universo di senso: non sa più che cosadire. I padri non rendono presente nessunatradizione, perché ne hanno perso lamemoria, e diventano testimoni del nullae trasmettitori di regole. I fi gli si trovano avagabondare in un deserto privo di strade, non sapendo più da dove vengono e dovesono diretti.Come uscirne? Non c’è una ricettapreconfezionata o almeno io non laconosco. Ma conosco la Chiesa, una realtà,un popolo che custodisce la memoria delfatto che può dare consistenza invincibilealla nostra fragilità mortale. Il primo passoper uscire dall’emergenza educativa èil coinvolgimento pieno dei padri e deifi gli dentro alla memoria eucaristicavissuta ogni domenica. Senza questo realeradicarsi dentro l’evento che dona senso altutto ed alla vita di ciascuno, la narrazionedei padri ai fi gli rischia di essere vacua; cioèincapace di generare una vita vera, bellabuona. E’ possibile che il fi glio, se piccolo,non capisce; se adolescente, si rifi uta. Aquesto punto la costruzione della rispostaalla domanda di senso dei fi gli va condivisafra la generazione dei padri e la madreChiesa, la quale offre questa condivisioneattraverso una vera e propria propostaeducativa. L’azione educativa è semprea rischio. Generando una persona libera,è sempre possibile che prima o poi chi èstato educato faccia scelte contrarie allaproposta educativa che lo ha formato.Questo rischio è presente non solo in unrapporto educativo non riuscito ma in ognirapporto educativo. Radiarsi nella nostratradizione cristiana non significa rinuncia ad educare alla libertà. Al contrario Significa però rifiutare l’idea astratta dilibertà secondo la quale è libero chi non appartiene a niente e a nessuno. Chi vive così finisce nella schiavitù.