Quando il femore fa “Crac”

Fratture al femore, anzianoIl termine frattura indica l’interruzione della continuità di un osso e puo’ essere di origine traumatica (una caduta o un colpo ricevuto), patologica (solitamente per osteoporosi), o chirurgica cioè causata volontariamente per correggere, ad esempio, una deformità

congenita. In particolare, le fratture di femore avvengono principalmente nelle persone anziane dopo traumi o cadute apparentemente insignificanti a causa della maggiore fragilità dovuta all’osteoporosi. Dopo aver ricevuto un trauma possiamo identificare dei segni che ci fanno pensare ad una frattura: crepitazione per attrito tra le due superfici fratturate, mobilità innaturale, atteggiamento caratteristico di difesa dell’arto, dolore accentuato alla palpazione, tumefazione locale e impotenza funzionale cioè grave limitazione della possibilità di movimento della parte. L’arto interessato si presenta addotto (avvicinato all’altro), extraruotato (il piede tende a toccare il terreno con il suo margine esterno) e leggermente più corto di quello sano; in ogni caso la diagnosi certa di frattura deve avere un riscontro radiografico. La frattura tende a riparare spontaneamente tramite la formazione di nuovo tessuto osseo chiamato callo osseo, ma per una corretta rimarginazione della frattura deve essere assicurato il contatto delle rimedi frattura, l’immobilità dei frammenti ossei e un’adeguata vascolarizzazione. Infatti, soprattutto per quanto riguarda le fratture della testa del femore, si può verificare una necrosi ossea dovuta proprio all’interruzione dell’apporto nutritizio. Inoltre, nelle persone anziane è preferibile l’immissione di una protesi per diminuire notevolmente i tempi di immobilizzazione, e l’insorgenza delle varie complicanze da allettamento. Per quanto riguarda la terapia delle fratture, in un primissimo momento bisogna adottare degli accorgimenti che evitano un ulteriore aggravamento delle condizioni generali e locali immobilizzando la parte. Dopo essersi affidati a strutture e personale qualificato ed aver provveduto alla riduzione e all’immobilizzazione necessaria al tipo di frattura, ci si deve subito affidare ad un terapista competente e iniziarela terapia riabilitativa, che deve mirare inizialmente a limitare ipotrofie muscolari e rigidità articolari dovute all’immobilizzazione, sollecitando il movimento delle articolazioni non interessate e la contrazione di tutti i muscoli dell’arto. Nello stesso tempo l’intervento riabilitativo è indirizzato anche ad evitare le complicanze generali come quelle polmonari, formazione di edemi, flebiti e piaghe da decubito, eseguendo esercizi di respirazione e variazioni di postura al letto. Una volta consolidato il femore, può aver inizio il recupero della mobilità articolare, il recupero muscolare e soprattutto funzionale dell’arto, rieducando il soggetto ai passaggi posturali, alla stazione eretta fino alla deambulazione. Un professionista qualificato sarà in grado di personalizzare la terapia alle esigenze di ogni paziente, permettendogli di raggiungere il miglior risultato possibile per le sue capacità residue.