ELEZIONI “FARSA”: UNA PROVINCIA A DUE VELOCITA’

“L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al POPOLO che la esercita nei limiti della Costituzione”

L’abolizione delle province, prevista inizialmente dalla riforma Del Rio del 2014, rimane un miraggio dopo essere stata inserita, quale unico “cammeo” di buon senso, nel corpo della scellerata e inaccettabile riforma costituzionale Boschi – Verdini.

Già dal 2014 le province non sarebbero dovute esistere più favorendo, così, un risparmio di spesa pari a circa 1 miliardo di euro, relativo a trasferimenti statali, e incalcolabile risparmio di costi connessi alla gestione degli stessi enti.

Le province, tuttavia, continuano ad esistere e a rappresentare una confusionaria anomalia, foriera di una schizofrenica duplicazione di competenze in concorso con Regioni e Comuni.

Le province non sono state abolite ma sono state abolite le elezioni.

Le elezioni provinciali, oggi, sono null’altro che un “pranzo di gala” della nostra partitocrazia che, nel giorno del voto, “se la canta e se la suona da sola” fregandosene altamente della volontà popolare: “elezione di secondo livello”, la chiamano, in cui votano soltanto i consiglieri provinciali e comunali; lesione  del suffragio universale va invece considerata, lesione dell’art. 1 della  carta costituzionale che prescrive, nel modo più semplice possibile, che “la sovranità appartiene al popolo” e non ai politicanti.

Va da sé, pertanto, che un’ente istituzionale non può trovare legittimazione alcuna se non nel popolo e nei cittadini, linfa vitale dell’ente locale stesso.

Le elezioni provinciali, oggi, sono consultazioni “bisbigliate”, decise a tavolino nelle sedi di partito, da miseri capi – bastone della politica Provinciale: candidature e preferenze serpeggiano di bocca in bocca tra maggiordomi di palazzo accompagnate da occhiatine di compiacenza e pacche sulle spalle, sancendo gli equilibri effettivi della politica Provinciale.

E quali sono questi equilibri? I soliti.

Se nel Masterplan 2016 all’entroterra Teramano ( per intenderci, a tutta l’area “a monte” di Montorio al Vomano ) vengono assegnati contributi strutturali pari a circa 3 milioni di euro ( su un investimento complessivo di 200 milioni di euro ), la ripartizione dei seggi provinciali è riuscita ad umiliare ben oltre questa nostra terra.

La politica “bisbigliata”, quella che si nasconde al giudizio unico  del popolo, ha assegnato al territorio interno la bellezza di… zero consiglieri provinciali.

Partendo dal presupposto che, secondo l’opinione di chi scrive, l’ente provincia va abolito, bisogna prendere atto che queste elezioni “farsa” rappresentano l’ennesimo insulto ad un intero territorio lasciato lentamente morire non a causa di fattori naturali ma quale agnello sacrificale di un sistema  politico e istituzionale che considera questa popolazione soltanto un estemporaneo bacino di voti.

Parafrasando Primo levi, “Le istituzioni si sono fermate a Villa Tordina” e, come loro si sono dimenticate di Noi. È bene che arrivi il tempo in cui saranno i cittadini a dimenticare Loro.

 

di Riccardo Panzone