ELETTORI O FOLLOWERS?

ELEZIONI DI IERI E DI OGGI: COME è CAMBIATO IL MODO DI COMUNICARE LA POLITICA.

Dopo l’ultima tornata elettorale del febbraio 2013 , le imminenti elezioni europee sono ormai alle porte e la fi brillazione politica è già alle stelle. Nel frattempo però , in casa nostra tanta acqua è passata sotto i ponti: la rielezione di Napolitano a Presidente della Repubblica, ben due governi

 

evaporati a poca distanza dalla loro stessa nascita e, infi ne, l’attuale compagine governativa che corre veloce e spedita sull’onda dei social network. Quanto sono cambiati i tempi dalle sfi de elettorali di qualche anno fa rispetto a quelle di oggi? Sembra ieri che Jader Jacobelli entrava nelle nostre case con la sua conduzione equilibrata delle Tribune elettorali, con stile garbato e pacato, offrendo ad una Italia in bianco e nero le varie prese di posizione dei leader politici dell’epoca, moderando gli interventi con intelligente parsimonia.

Viene da chiedersi cosa penserebbe dei talk politici di oggi, sicuramente si troverebbe quantomeno smarrito tra gabbie e arene. E per la verità, un’idea di quello che penserebbe ce lo ha lasciato scritto nel 1995 quando, nel riferirsi ad un programma di politica in stile moderno, disse senza mezzi termini che la televisione non può diventare una fossa di leoni. Detto questo, ci perdonino le generazioni attuali, non si può non restare un minimo attoniti davanti alla velocità supersonica con cui veniamo oggi a conoscenza di quello che accade nei Consigli del Ministri, nelle loro conferenze stampa, nelle operazioni di voto di Camera e Senato e via discorrendo. Se non si sta davanti alla TV, basta avere un portatile o un tablet o un ipod e il gioco è fatto: in pratica si vive l’evento come se si fosse lì, al fianco del leader politico protagonista di turno.

Twitter, facebook, skype, streaming sono ormai diventati compagni inseparabili per chi vuole sapere cosa accade in tempo reale nei palazzi del potere. E i politici tutti, a cominciare dall’attuale Presidente del Consiglio, figlio del suo tempo, non deludono le aspettative dei loro “followers” mettendoli al corrente, secondo per secondo, di quello che sta per accadere: il tutto corredato da termini ironici, con hashtag (parole che anticipano il contenuto del messaggio) accattivanti che spingono il lettore a scorrere avidamente il contenuto dei brevi “cinguettii” (tweet). Con tutti i battibecchi e repliche che ne conseguono in un bailamme di botta e risposta. Va anche detto, per contro, che oggi – a differenza degli anni ’60 – la gente comune riesce ad interessarsi e capire la politica molto più di prima, grazie alla rapidità e immediatezza della comunicazione di massa e all’interazione continua tra politica e cittadini:

parole come compromesso storico, eurocomunismo e questione morale, anni fa suonavano spesso astruse e (ci si perdoni) talvolta soporifere. Oggi abbiamo fatto progressi: sappiamo che lo sbarramento al 4,5% non è un passaggio a livello alzato a metà e che il doppio turno non riguarda le mense aziendali. Evviva. Per dirla con Cicerone: “O tempora, o mores”! Che tempi, che costumi! Forse siamo diventati davvero una enorme, stratosferica fossa dei leoni, informatissimi su tutto, ma pur sempre leoni e quindi, per natura, spesso poco mansueti.

PrimaPagina edizione Maggio 2014 – di Mafalda Bruno