MIRA CARPINETA – EDITORIALE DICEMBRE 2013

carta_sprecata

CARTA SPRECATA

Un tempo la stampa era definita “il quarto potere”. Il diritto all’informazione ne definiva la forza e perfino il “peso”, capace di condizionare scelte politiche e sociali. Il cronista, raccontando i fatti, non dava risposte, sollevava domande. La ricerca della verità era il presupposto delle inchieste giornalistiche che hanno fatto la storia di famosi casi giudiziari (nell’Italia degli anni 70 gli articoli di Camilla Cederna sulla morte dell’anarchico Pinelli e sullo scandalo Lockheed provocarono, caso rarissimo nella storia della nostra Repubblica, le dimissioni di un Presidente). Cosa ne è stato di quello spirito e di quella deontologia che faceva del giornalismo “il mestiere più bello del mondo”? In un Paese in cui la stampa esprime,oggi, solo comunicati di partito, opinioni faziose e pseudo scoop, sono davvero pochi i professionisti della verifica, della ricerca della verità. Il “richiamo della sirena” di un titolone ridondante e approssimativo è una seduzione a cui è difficile resistere e che nell’immediato sembra pagare di più e meglio. Ma solo nell’immediato. Anche noi ” venticinque lettori” di provincia ormai lo abbiamo capito e abbiamo imparato a distinguere il fatto dall’opinione e dalla strumentalizzazione.

Altro fatto è che ormai siamo alla conclusione di un anno durissimo, iniziato con una pioggia di meteoriti e finito con alluvioni devastanti. Con le elezioni più complicate e il governo con la più lunga “gestazione” della nostra storia. Sempre in prognosi riservata ma ancora vivo. E con la consapevolezza che la battaglia elettorale non è finita, perché ci aspettano le elezioni di primavera.

Abbiamo chiesto ai nostri lettori cosa vorrebbero definitivamente abbandonare di questo 2013 e cosa vorrebbero finalmente trovare nel 2014. Queste solo alcune risposte a cui aggiungiamo soltanto i nostri auguri, perché almeno qualcosa si realizzi.  Buon Natale.

Quest’anno butterei giù dalla torre, più che il personaggio Berlusconi stesso, il berlusconismo che è in noi, latore delle peggiori nefandezze, che dà adito ad una masnada di barzellettieri, superficiali e volgarotti. Pollice su invece per papa Francesco, uno di noi, che se ne va per Rio de Janeiro dando il cinque tra due ali di folla a destra e manca a bordo di una semplice Fiat Idea. “Chi sono io per giudicare” racconta a tutti. Il primo ci ha succhiato energie preziose a non finire in una tonnara di disgusto e decadenti viltà, il secondo ci ha donato la bellezza dell’anima, quella che salverà il mondo e che ci riscatterà. (maurizio)

La sensazione che mi lascia questo anno alla fine è di dilagante ipocrisia e delusione: nelle persone che ricoprono cariche di ogni genere e specie; sembra quasi di essere regrediti culturalmente Mi aspetto la riscoperta della gioia di fare qualcosa per gli altri oltre che per se stessi, lo spirito di solidarietà che ha sempre contraddistinto il nostro essere italiani in ogni tempo e in ogni luogo. Mi aspetto una rinascita culturale perchè è solo da essa che si puó veramente ripartire in grande stile (anche da una crisi che é prettamente economica). Iniziare a pensare di risolvere la crisi valoriale prima di quella economica. (maria giovanna)

Un po’ meno preoccupazioni e tristezza e piu’ armonia pace e tranquillita’! (Benedetta)

Vorrei definitivamente abbandonare lo scempio di un paese che va a rotoli e di un popolo che sta votando la propria rovina: esiste qualcuno che può pensare di ricostruire la gloria di questo paese? Esiste la possibilità di scrollarsi di dosso il milione di italiani che vive della professione “politica” e che impedisce qualsiasi rovesciamento della situazione? Io lo spero e vorrei vederlo già l’anno prossimo, perché non c’è più tempo! La crisi dovrebbe insegnare o avere già insegnato a molti a fare della solidarietà il proprio motivo di vita. L’altra faccia della solidarietà è proprio l’impegno, l’altra faccia dell’impegno è il risultato, il successo, il profitto; l’altra faccia del profitto è proprio la condivisione dello stesso, che genera tanta felicità per tutti! Forse è proprio la riscoperta della felicità, quella autentica, dell’entusiasmo, della verità e dell’autenticità ciò che auguro per i miei concittadini, per scoprirsi miracolosamente in un luogo migliore! (Stefano L.)

Abbandonerei tutto . Vorrei si realizzasse un posto nel mondo di comete e lucciole, un posto nel mondo in cui dipingere nuvole   (Luca B.)

Intanto ho una voglia feroce di riuscire ad immaginarlo un futuro, poi vorrei un futuro che abbandoni “io” e entri nel “noi” (Daniela V.)

Vorrei che ci lasciassimo alle spalle la sfiducia, e l’alibi dell’impossibilità a reagire. Abbandoniamo l’euro, tanto per cominciare. I soldi per le spese militari, per le banche, i soldi delle opere pubbliche inutili, delle speculazioni finanziarie, delle pensioni d’oro, dei privilegi, usiamoli per il reddito di cittadinanza ai disoccupati e per avviare processi virtuosi. Quanto rimane, per la ricerca e per la cultura e dedichiamoci a ricercare e a tornare a studiare. Forse un mondo migliore è impossibile, ma una vita migliore per ciascuno di noi, sì. (Giuseppe P.)

Vorrei lasciare indietro la paura e Trovare in ogni giorno l’accogliere. Vivere e non fare finta..mai. (Patrizia A.)