
“E pure questa è andata.
4 processi, 10 reati contestati (non però la corruzione), senza che avessi fatto niente di male, tutte assoluzioni perché il fatto non sussiste. Ero diventato l’unico politico in Italia, ma credo anche nel mondo, ad essere stato messo sotto processo per i rapporti con alcune cliniche private NON per aver ricevuto da loro mazzette o favori, ma per averle “violentate” per costringerle a firmare un contratto contenente un tetto di spesa più basso salvaguardando così la sanità pubblica, gli equilibri finanziari della sanità regionale.
Tutto scoppiò a tre mesi dalle elezioni regionali.
Sarà stato un caso. Per fortuna un caso fortunato. Mi ha costretto a non occuparmi più della cosa pubblica perché, se lo fai come va fatto, combattendo le lobbies che si alimentano di soldi pubblici (dei cittadini), allora fa male alla “salute” davvero (infatti D’Alfonso, che non è sciocco, una delle prime cose che ha fatto è stato aumentare la spesa per la sanità privata con i soldi dei cittadini).
Bene così, oggi sto bene perché la qualità della mia vita è migliore di quella di allora, e so che lo è anche quella di Lanfranco Venturoni.”
Così in un post sulle sue pagine social l’ex presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi annuncia la chiusura definitiva di un ciclo di vita, la sua e quella dell’allora Assessore alla Sanità, il dottor Lanfranco Venturoni, segnata da una lunga sofferenza, anche mediatica, e terminata con la sentenza di assoluzione pronunciata ieri dal tribunale di Pescara “perchè il fatto non sussiste”.