Manola Di Pasquale, avvocato

Manola Di Pasquale, esponente PDFaccio un lavoro prettamente maschile: l’ avvocato e gestisco uno studio da sola. So che alla fine del mese devo raggiungere determinati obiettivi economici, perché ho degli impegni a cui far fronte, ho altre famiglie che dipendono da me. L’impegno è maggiore, non mi pagano, io pago. Ho insegnato, faccio politica…il concetto è sempre lo stesso. Negli ambienti di lavoro e politica, per gli uomini si presume che sia capace, per la donna non vale lo stesso principio. Una donna deve dimostrare di essere brava, deve lavorare il doppio, per raggiungere il livello di parificazione. Siamo diverse dagli uomini, ma questo va bene. Il nostro essere donna lo dobbiamo portare anche negli ambienti di lavoro, non dobbiamo cambiare per lavorare. Anzi, se siamo più incisive, viene dalla nostra formazione. Spesso le donne non le vogliono in politica, perché non sono gestibili. Una donna se crede in ciò che fa lo persegue. Diversamente non è gestibile, neanche per appartenenza politica. Molto più seria per motivi morali. Gli uomini fanno politica e votano da sempre. Le donne solo da pochi decenni. Sono state parificate all’uomo nella famiglia nel 1977. Fanno politica da 50 anni. La donna è partita molto in ritardo. Siccome dobbiamo essere rimesse sulla linea di partenza al pari degli uomini, c’è bisogno di una legge (le cosiddette “quote rosa”). Quando saremo “parificate”, si potrà anche abolire. Se una donna parte al pari di un uomo, poi arriva prima…perché siamo più brave. Non è vero che le donne hanno raggiunto la parità, stiamo tornando indietro”.