Lucia Votano, direttore Laboratori del Gran Sasso

Lucia VotanoI Laboratori del Gran Sasso hanno circa 25 anni di attività e sono i più grandi laboratori sotterranei del mondo in cuisi realizzano esperimenti di fisica delle particelle, astrofisica delle particelle e astrofisica nucleare. Dal 2009 a dirigerlo è una donna, Lucia Votano. Che cosa ha significato e significa essere scienziato, dirigente e donna? “Credo che per arrivare a ricoprire una posizione dirigenziale e per far bene il mestiere di ricercatore bisogna mettere il lavoro e la famiglia allo stesso livello. Ovviamente non è facile e impone sacrifici, conciliare il tutto non è semplice specie se mancano anche i supporti sociali. È sempre una faticosissima via ma è importante capire che per fare un mestiere serio e responsabile bisogna dare ad entrambe le situazioni la stessa importanza”. È un ambiente maschilista la ricerca? “È un ambiente maschile, non maschilista, nel senso che la maggior parte dei ricercatori ingegneri e tecnici è prevalentemente maschile. Nelle riunioni tecniche di laboratorio a volte l’unica donna sono io, ma non mi sono mai sentita palesemente discriminata per il fatto di essere donna, è vero però che certe forme, anche di auto discriminazione, ci sono. Anche nelle università, se la percentuale di donne alla base della carriera è un 25-30%, nelle carriere dirigenziali la percentuale è del 5%. È chiaro che c’è un restringimento della forchetta. Il mestiere del ricercatore è a tempo pieno, non sempre ci sono orari, richiede spostamentian che all’estero quindi può complicare la conciliabilità con la vita familiare”. Vuole dare un messaggio, una testimonianza della sua esperienza e della sua scelta di vita? “Volentieri. Intanto che in Italia soffriamo di una separazione eccessiva tra cultura scientifica e cultura umanistica, anche nella scuola c’è ancora diffidenza verso le materie scientifiche. Diffidenza da combattere perche tali materie possono essere capite altrettanto bene delle altre, basta insegnarle nella maniera corretta. Sono convinta che l’Italia, contrariamente a quelche si crede, non ha molti laureati in materie scientifiche, siamo sotto la media europea. Semmai abbiamo bisogno di aumentare le nostre competenze tecnico scientifiche. Magari poi non riusciamo ad assorbirle, mase fossimo un paese in grado di sfruttare bene queste risorse dovremmo far aumentare queste competenze. Nei confronti delle donne, invece mi sento di dire che avendo vissuto le conquiste degli anni 70, ho capito che le cose si conquistano piano piano, e se mi si chiedese le giovani donne stiano meglio adesso, devo dire certamente si perchè la consapevolezza di certe idee è sicuramente migliore, ma quando vedo che le aspirazioni della maggior parte di loro sono di fare le veline, o facili guadagni in maniera avventurosa, allora penso che si stia tornando indietro. A mio avviso non è così che ci si realizza come donna, ma con la consapevolezza che la donna è un essere umano, con un cervello e una capacità di lavorare in qualunque campo esattamente come un uomo. Con, in più, una maggiore parte affettiva che le viene dalla sua condizione di madre”. Possiamo dire che negli ultimi anni c’è stato un difetto di comunicazione, soprattutto da parte dei media che ha contribuito a riportare indietro le conquiste degli anni ’70? “Non si torna mai completamente indietro, ma i messaggi che passano, soprattutto dalla televisione, sono messaggi fuorvianti. Cosa vuol dire il successo. Per me è stato aver fatto quello che volevo fare fin da quando avevo 17 anni e divertendomi perfino. Oggi la mia figura ha avuto anche una visibilità mediatica, ma io la utilizzo in funzione del fatto di poter attirare l’attenzione sulla scienza e sulla donna in quanto professionista. Questa è la cosa per cui mi presto volentieri a comparire, per testimoniare la mia esperienza e il nostro lavoro di ricerca. Il laboratorio del Gran Sasso, a distanza di 30 dalla sua progettazione e dei 25 di attività, è ancora il più grande e il più importante dei laboratori sotterranei del mondo. La peculiarità di tale condizione è che in ambienti sotterranei la ricerca si occupa di un particolare campo della fisica che oggi sta vivendo particolari sviluppi in tutto il mondo, in quanto unisce la fisica delle particelle elementari, all’astrofisica e alla cosmologia”. Ma cosa significa studiare le particelle elementari? “Cercare di capire come la natura e le sue molteplici e bellissime manifestazioni possono essere ricondotte ad alcuni ‘mattoni’ fondamentali che interagendo fra di loro creano questa incredibile varietà, come già diceva noi filosofi greci. Il laboratorio ha il programma scientifico più vasto e più competitivo del mondo sia come numero di esperimenti che per qualità, e sono tutti effettuati in collaborazioni internazionali. L’esperimento che ha portato alla misurazione della velocità dei neutrini si chiama Opera. Il clamoroso risultato ottenuto, e cioè che i neutrini hannouna velocità maggiore della luce, ha avuto unarisonanza mediatica notevole perché ha colpitol’immaginario collettivo, dal momento cheanche i bambini sanno che la velocità della luceè un limite, come siamo stati abituati a leggereperfi no sui fumetti. Ovviamente noi ricercatorisiamo ancora molto cauti nel definirlo un risultato perché per poterlo dichiarare tale bisogna escludere che ci possa essere qualche errore sistematico, qualche fenomeno che spiega questa misura e questo comportamento con una causa diversa dalla velocità registrata. La nostra cautela è giustificata dalla necessità di ulteriori verifiche sia sull’esperimento Opera che su altri analoghi esperimenti in corso negli Stati Uniti e in Giappone. Ci aspettiamo che i nostri colleghi confermino il nostro esperimento. Ovviamente siamo felici dell’interesse mediatico sull’argomento e finalmente un numero maggiore di italiani è consapevole dell’esistenza di questo laboratorio e del fatto che esso è un’eccellenza italiana, anzi il più importante al mondo sia dal punto di vista della ricerca scientifica che della struttura”. In Italia la ricerca soffre delle carenze di investimenti economici. Questi risultati riescono a portare incrementi di disponibilità finanziarie? “Non perdiamo la speranza che questo succeda, anche se che negli ultimi 10 anni il bilancio dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare è statoridotto del 30%. Siamo un ente pubblico e dal punto di vista normativo possiamo utilizzare solo 1/5 dei posti del turn over e abbiamo un taglio dell’80% sui contratti a tempo determinato. Il budget è limitato. I precari, tanti, hanno i contratti in scadenza a gennaio e io non so a tutt’oggi che fine faranno”. Quante persone lavorano in questi laboratori? “Tra dipendenti a tempo indeterminato e quelli a tempo determinato siamo intorno al centinaio, poi ci sono i borsisti, per un totale dicirca 120 persone. L’importanza di questo laboratorio è che a fronte di 100 dipendenti fissi, quindi con un costo relativamente contenuto, abbiamo ogni anno la presenza di 900/1000 ricercatori da 29 paesi diversi. Un dato altissimo direi”.