POLITICA NELLO… stomaco

sogni-mangiare.interpretazione-significato-numeriMangiare”. Da tempo questo verbo ha perso del tutto il suo significato! Non si mangia più perchè bisogna cibarsi, perchè si ha fame, perchè si vuole mettere in pancia qualcosa di caldo, magari un piatto di “maccheroni alla chitarra”, dopo una giornata di duro lavoro. Oggi, quando si sta a tavola, col cibo davanti, si fa politica! Si può scegliere di utilizzare un prodotto italiano,

e favorire l’economia nazionale o locale, oppure si può comprare cibo equo-solidale e dare una mano al villaggio africano che lo ha prodotto. Ma il mangiare può fare di più: rappresenta chi siamo e la nostra fi losofi a di vita. Si può scegliere di mangiare 150 gr di carboidrati oppure un piatto di pasta. Se sulla tavola non si trova carne si è in casa di vegetariani. Se oltre alla carne non si trova neanche il latte, e ogni altro prodotto di origine animale, miele compreso, è una famiglia di vegani! Si può scegliere di essere rispettosi verso l’ambiente e comprare solo prodotti biologici. Oppure si è più estremista e abbracciare la biodinamica. Se mentri si cucina ci si preoccupa delle forze antagoniste e complementari presenti nell’universo si è in casa di un macrobiota. Se la frutta e la verdura che si mangia non vengono cotti si è a tavola con un crudista. Se si mangia solo frutta un fruttariano. Si può anche scegliere di eliminare alcuni prodotti dalla dieta per necessità. Magari perché si ha un’intolleranza alimentare come la celiachia. Ma i problemi, se si hanno dei disturbi del comportamento, potrebbero essere diversi. E si avrà familiarità con delle tristissime parole come: anoressia, bulimia o fagofobia. Il mangiare, quindi, è un azione dai molteplici signifi cati, ma prima che avvenga succedono tante altre cose. Prima che il nostro cibo arrivi nel piatto c’è tutto un sistema che lavora per farlo arrivare lì. Prendiamo per esempio l’olio che è stato utilizzato per il piatto di maccheroni. Ci sarà il negozio che lo avrà venduto e potrà essere stato una catena della grande distribuzione oppure un piccolo negozio di periferia, se non addirittura un farmers market. Prima di loro ci sarà stato il frantoio che lo ha prodotto: una multinazionle o un imprenditore locale? Olio d’oliva o di semi? Vergine o extra vergine? D.O.P. o I.G.P.? E prima ancora ci sarà stato l’agricoltore che si sarà preso la briga di raccogliere le olive. Sarà stata un’azienda agricola teramana oppure saranno olive coltivate in Spagna? E tutto questo sistema si regge sulle leggi che ne disciplinano ogni aspetto. Questa rubrica nasce con l’intento di raccontare, con un linguaggio semplice, il mondo degli alimenti, e non solo, per renderlo di nuovo accessibile a chi, come chi scrive, si mangia un piatto di pasta e non 150 gr di carboidrati.