DEBORA SBEI: L’INGEGNERE CON I PATTINI

Vuole diventare ingegnere come il suo papà  e intanto fa incetta di medaglie.  

Debora Sbei, campionessa di pattinaggio artistico, di Giulianova, si racconta con semplicità e freschezza, di ritorno dalla Colombia dove ha conquistato il titolo mondiale.

La passione per questo sport “viene dalla mamma – esordisce – che lo adorava e avrebbe voluto praticarlo lei stessa.

Diceva sempre che se avesse avuto una figlia glielo avrebbe fatto provare e così è stato. All’inizio ovviamente era solo un gioco per me, ma con il trascorrere degli anni ho capito che era la mia passione.” 

Debora infatti è un talento precoce, inizia a pattinare a 4 anni e a 12 arriva la prima convocazione in nazionale, nel 2002, per partecipare al Campionato europeo a Vic (Spagna) dove si classifica al 3° posto. Nella categoria Jeunesse, nel 2005, vince il primo campionato italiano e nel 2006 debutta sul palcoscenico internazionale vincendo il Campionato mondiale a Murcia (ancora in Spagna). Segue un bellissimo palmares, con  15 medaglie d’oro ai campionati mondiali, 6 medaglie d’oro ai Campionati Europei e 19 medaglie d’oro ai Campionati Italiani.

Il pattinaggio artistico è una disciplina molto dura, allenamenti intensi e grandi sacrifici “ per sembrare leggere come farfalle – racconta Debora –  questo è il motto della mia allenatrice.  E da qualche anno il sacrificio è aumentato e la mia vita è cambiata perché la mia allenatrice Sara Locandro, tecnico federale e responsabile SIRI,  si è trasferita da Pescara a Lovere (vicino Bergamo), così mi alleno a inizio stagione,  quindi in inverno principalmente sola a Giulianova (dove risiedo),  mentre da marzo fino al mondiale,  a Lovere”.

Una campionessa pendolare insomma, che gira il mondo sia per le gare che per gli allenamenti.

Quali sono stati i momenti più emozionanti della sua carriera?

“Due sono le gare che ricordo, ogni volta, con più emozione:  il mio primo campionato mondiale a Murcia (Spagna), all’età di 16 anni, dove ho partecipato nella categoria Juniores e ho vinto subito la medaglia d’oro e il mio campionato a Friburgo (Germania), all’esordio nella massima categoria,  Seniores,  e anche qui,  pur confrontandomi con atlete molto più grandi ed esperte di me, sono riuscita ad ottenere l’oro. In realtà, ogni gara mi da un’ emozione diversa ma quella più forte e’ sicuramente ascoltare l’inno della mia Nazione mentre sono sul gradino più alto del podio”.

In tutto questo trova posto anche un “meraviglioso fidanzato, sempre presente e pronto a sostenermi nei momenti di massima tensione agonistica. E poi c’è il mio papà – continua Debora – il mio fan numero uno,  spesso a  bordo della pista, che  condivide e vive tutte le emozioni delle gare. La mamma segue di più le mie gare nazionali, mentre il papà mi segue più di frequente quanto sono all’estero”.

Una famiglia da cui Debora trae tutta l’energia e il sostegno necessari a compiere le sue fantastiche evoluzioni e che  insieme all’impegno fisico, alla disciplina e alla guida della sua allenatrice,  le permettono di “volare, come farfalla”, sui gradini più alti del podio.

Cosa farà da grande Debora?

“ l’ingegnere, come papà, anche se in ambiti diversi. Studio alla Facoltà di Ingegneria dell’ Università Politecnica delle Marche e cerco di tenere il passo anche se non è facile conciliare studio e allenamenti”.

 

di Direttore PrimaPagina Mira Carpineta – edizione Novembre 2015