Davide Faraone: Rispetto le fughe dal PD, ma non le comprendo

Il giorno 5 novembre scorso, presso l’Università degli Studi di Teramo, alla cerimonia di consegna della Laurea Honoris Causa

al Ministro belga Elio di Rupo, di origini abruzzesi, tra le molteplici personalità accademiche e istituzionali intervenute, era presente Davide Faraone, Sottosegretario di Stato del Ministero dell’Istruzione, dell’Università  e della Ricerca del Governo Renzi.

In un momento in cui pressoché l’intero arco politico si sta spaccando in varie fazioni collaterali, alla ricerca di altre alleanze trasversali, PrimaPagina ha rivolto al Sottosegretario alcune domande sulla situazione del suo partito: il PD.

Onorevole Faraone,  ancora defezioni nel suo partito. E’ notizia recente l’uscita di D’Attorre, Galli e Folino dal PD. Come giudica queste decisioni di strappo in un momento nel quale, dati alla mano, il Governo sta attuando riforme che stanno aiutando il paese ad uscire dalla crisi? Non sarebbe piuttosto  questo, il momento di fare quadrato attorno al Premier?

“Bisognerebbe chiederlo a quelli che lasciano il partito. Anzitutto, grande rispetto per chi decide di andare via e nel contempo dispiacere per chi fa scelte diverse e con i quali, al di là della comune appartenenza politica, negli anni si è instaurata anche un’amicizia personale che comunque rimane. Detto questo, anche io trovo inspiegabile il fatto che ci sia un atteggiamento di questo tipo. Abbiamo vinto un congresso, Matteo Renzi è Segretario del PD e Presidente del Consiglio , sulla scia di un consenso che è maturato nel popolo democratico, un milione di persone lo ha votato, per cui fare battaglie all’interno del partito è cosa buona e giusta, ma non andando via: si sta nel PD, si discute  e si continua il percorso insieme”.

La “spina” Corradino Mineo?

“Una caduta di stile, inaccettabile.”

Invece Bersani e Cuperlo, tanto per fare due nomi, pur nella dissidenza e nel palese disaccordo con il Premier, rimangono ben piantati nel PD….

“Credo sia l’atteggiamento più naturale e giusto; la prima volta che Renzi si è candidato per la guida del Paese, abbiamo perso ma non abbiamo abbandonato il PD, siamo stati dentro seguendo un certo percorso virtuoso,  fino a quando, democraticamente,  abbiamo vinto.  Chi decide di andare di andare via, chi rifiuta di combattere  le battaglie all’interno di un partito che è grande e diventerà sempre più grande, dispiacere personale a parte, è liberissimo di farlo,  assumendosene le responsabilità”.

So che lei ha fretta per altri impegni urgenti, quindi, al volo, un’ultima domanda ad un siciliano DOC: le pare normale l’emergenza idrica che sta assillando Messina?

“Ma lì in Sicilia purtroppo c’è una situazione che io reputo incredibile, si continuano a spendere risorse che dovrebbero essere invece destinate alla realizzazione di infrastrutture, ivi  comprese le reti idriche per finanziare la spesa corrente. Si tratta di un bilancio malato che negli anni è andato sempre più a peggiorare; credo che dovremmo cominciare ad invertire la rotta ed utilizzare quelle risorse per gli investimenti nelle infrastrutture, e cambiare molto all’interno della Regione Sicilia. Per cui il “caso Messina” è, ahinoi, figlio di queste scelte scellerate a cui porremo rimedio in tempi brevi”.

Mafalda Bruno