La riforma del Senato appare come una questione molto controversa.

La riforma del Senato della Repubblica è passata al vaglio delle Camere. I lavori riprenderanno a settembre inoltrato per la tanto attesa definizione. Matteo Renzi preme per il celere cambiamento del Senato in una camera non legislativa e non per la soppressione, come molti erroneamente pensano. Il risparmio è oramai nella mente degli italiani, attanagliati dalla crisi economica e dall’incubo di non riuscire a far quadrare bilanci famigliari per arrivare a fine mese.

Blundo, Senatrice eletta come capolista, alle scorse elezioni politiche, con il Movimento 5 Stelle della regione Abruzzo ci spiega le ragioni di un’opposizione che a volte risulta poco comprensibile. 

La riforma del Senato appare come una questione molto controversa.  Vuole provare a spiegarcene i passaggi? “In un primo passaggio la riforma ha avuto, in Senato, una maggioranza davvero minima. Non abbiamo potuto far altro che uscire dall’aula. Purtroppo è una riforma che andrà a minare profondamente gli equilibri tra le due camere e la possibilità che vi sia un’applicazione reale della democrazia. Come già noto trattasi di una riforma che sostituisce i Senatori, non li elimina, con 100 nominati nelle Regioni e tra i Sindaci, che quindi si vedranno assicurata l’immunità. Ma anche tralasciando questo aspetto l’impostazione democratica del bicameralismo perfetto, studiato dai nostri costituzionalisti, in maniera da garantire il rispetto di tutte le minoranze e assicurare la democrazia, sarà deteriorato.  Nel decidere di attuare le suddette modifiche, la maggioranza ha portato avanti  il passaggio di lavoro al Senato con assoluta leggerezza rispetto al regolamento: non sono stati concessi i tempi previsti per l’esame; hanno applicato le regole senza rispetto, con sopraffazione”.

E l’applicazione del “canguro”?    “L’applicazione di questa norma consente, giustamente, che alcuni  emendamenti possano essere accorpati. E’  stato fatto anche con altri Decreti Legge.  Solo che in questo caso è stata fatta una prima aggregazione di 1400 emendamenti, mai argomentata, e a seguito di ciò è stata  poi formulata un’aggiunta al regolamento dove si è riscritta la regola. Questo è gravissimo. Cambiare il regolamento con un aggiunta ad hoc al medesimo, senza mai dare spiegazioni dell’accorpamento di 1400 emendamenti. Proseguendo la discussione  in Senato, le norme sono state spesso disattese. In riferimento agli emendamenti di Candiani, ad esempio, dopo il rifiuto  da  parte del Presidente Grasso ad utilizzare il voto segreto, non è stata data la possibilità al sen. Candiani di decidere liberamente  se ritirare o meno gli emendamenti. Altro esempio di poca trasparenza è avvenuto a seguito dell’espulsione (tirato fuori a forza)  di un senatore 5 Stelle che aveva come unica colpa di aver messo un bavaglio sulla bocca disegnato bianco rosso e verde. Sono state poste in essere delle azioni che la stessa maggioranza ha dovuto contestare al Presidente Grasso, con evidente abuso e stravolgimento del regolamento della camera. Infine, ci hanno tolto anche la possibilità di fare le dichiarazioni di voto adducendo come motivazione l’ostruzionismo. L’ostruzionismo semmai era da parte di SEL, il M5S ha presentato 200 emendamenti nel merito, che  non ci è stato consentito di illustrare. Uno dei miei emendamenti è stato dichiarato inammissibile perché andava a modificare  l’artico 50 e non il 55 / 56 che si chiedeva di riformare. Ma nel riformare la Costituzione è giusto che si vada a decidere, in maniera  esclusiva, cosa modificare e cosa no senza considerare il complesso delle riforme? Gli  emendamenti da me proposti erano stati  estrapolati da una proposta di disegno di  legge popolare depositato con 150.000  firme, quindi rispondente e rispettoso della  volontà dei cittadini. Viceversa quello che viene proposto dalla maggioranza non ha alcun riferimento alla cittadinanza. Si dovrà  poi fare un referendum ma assistiamo a  boicottaggi da parte della stampa nazionale”.

Questa riforma produrrà risparmio? “Risparmio di cosa? 48 milioni di euro  quando se ne risparmierebbero molti di più se tutti i parlamentari riducessero, come  noi, le indennità. Risparmiano nell’aridità. Ho proposto un emendamento, ad altro D.L. che verrà discusso a settembre, in cui si chiede di mettere una tassa del 10% su pensioni superiori ai 195.000 euro. Ci sarebbe un gettito enorme con un piccolo sforzo da parte di chi ha molto. Bisognerebbe spiegare agli italiani che il Governo sta cercando di  risparmiare sulla democrazia non sul denaro. Resta, poi, problematico e urgente il fatto che i futuri senatori nominati avranno un ruolo di eleggere gli organi di controllo. Quindi: un senato che non ha più potere legislativo trattiene il potere di eleggere gli organi di  controllo dello Stato. E’ una contraddizione in essere, che non condivido e che nel mio intervento ho definito ‘prostituzionale’. Senza  dimenticare il ‘patto del Nazareno’ ancora segreto nonostante in aula più volte si sia richiesto da parte di varie forze politiche  di renderlo noto”.

Abolire il Senato snellirebbe il lavoro parlamentare? “Non è vero. E’ dimostrato che quando Camera e Senato lavorano seriamente i tempi sono brevi e costruttivi. Il problema è che non si lavora bene. In definitiva si sta cercando di distruggere un bicameralismo perfetto che non è stato mai utilizzato a dovere se non in rare occasioni in anni pregressi. La verità è che non conoscono le potenzialità di questo sistema che stanno disgregando”.

Meglio sarebbe sopprimerlo totalmente? “Sopprimerlo piuttosto che mantenerlo, vergognosamente, solo come organo di controllo, SI! L’ideale per noi non è sopprimerlo. Ma ridurre il numero dei parlamentari in proporzione tra Camera e Senato per il numero di soli Senatori che il Governo vuole attualmente sopprimere. Quello che poteva essere utile, a limite, era la diversificazione degli argomenti da trattare rispetto alle due Camere ma, su riforme costituzionali, trattati europei e internazionali dovrebbero esserci due  passaggi in parlamento(Camera e Senato).  Quanto detto lascia presagire solo che sanno perfettamente che presto l’Italia verrà commissariata a causa del dissesto economico che sta emergendo e hanno necessità di perseguire celermente le manovre ‘lacrime e sangue’ che ritengono necessarie”.

L’Italia è rimasta una delle poche democrazie a conservare il sistema bicamerale perfetto. Non potrebbe essere una buona alternativa avere una sola Camera? “ Si, ma almeno una  sola camera. In altri paesi c’è anche una maggiore collaborazione con la popolazione stessa: una democrazia partecipata più viva. Non dimentichiamo però che la maggioranza ha votato contro l’emendamento per l’abolizione totale del Senato”.

PrimaPagina edizione Agosto 2014 – di Daniela Palantrani