Contratto di Quartiere Cona di Teramo

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con decreti di attuazione del 27/12/2001 e del 30/12/2002, al fine di una riqualificazione urbana ed ambientale di aree degradate, istitutì un Contratto di Quartiere, riservato ai soli capoluoghi di Provincia.

La Regione Abruzzo pubblicò l’apposito bando con bollettino ufficiale del 10/10/2003.

Il Comitato di Quartiere Cona, soggetto proponente, individuò un partner privato (CCI Casa – De Juliis Corrado) ed insieme elaborarono una serie di idee progettuali per riqualificare sopratutto un ambito urbano altamente critico (area vecchia Fornace su cui insiste un vincolo archeologico- decreto 16/6/1995) per un importo complessivo di €5,5 milioni circa, di cui € 3,5 mil.finanziabili ed € 2 mil. a carico della parte privata. Gli interventi consistevano massimamente in: ristrutturazione e conservazione della vecchia fornace, acquisizione di area antistante per spazi pubblici, realizzazione di un centro servizi, percorsi pedonali attrezzati a vantaggio di studenti della scuola Programmatori, costruzione di appartamenti per l’edilizia convenzionata, ecc.

Con delibera di C.C. del 29/3/2004 il progetto veniva approvato con i relativi preliminari , inviato alla Regione Abruzzo e per essa al Ministero che finanziò l’intervento per € 5,5 milioni.

Per l’attuazione del predetto contratto venivano stipulate nel 2006 apposite convenzioni tra il Comune di Teramo e l’attuatore CCI Casa.

Iniziarono le procedure di esproprio che sono state per la gran parte oggetto di opposizione.

Successivamente il richiamato Ministero finanziò delle somme con  prioritaria destinazione al completamento  dei predetti contratti (Fondi Pisu); il Comune di Teramo intese invece destinare queste somme (circa €2 milioni) ad altre opere, diverse da quelle previste nel contratto in argomento.

Nel frattempo le condizioni sia dell’area della vecchia fornace che di altri ambiti interessati progettualmente sono ulteriormente peggiorate sia sotto l’aspetto ambientale che dal punto di vista della sicurezza (ciminiera a rischio crollo). Nella zona insistono ratti e l’area è diventata un luogo in cui vengono depositati detriti anche cancerogeni. A tal proposito il Comitato di Quartiere ha più volte comunicato inutilmente alle autorità competenti i gravi rischi che derivano da tale precaria situazione.

Le opere oggetto delle convenzioni ad oggi non risultano avviate.

Con nota n.281806 del 27/10/2014 la Regione Abruzzo ha comunicato al Comune di Teramo di elencare le criticità che ritardano l’avvio del progetto, chiedendo allo stesso di formulare proposte risolutive per la conclusione in tempi brevi degli interventi non attuati.

A seguito del precisato intervento, il Comune ha incontrato il partner privato al fine di conoscere una proposta rimodulativa del progetto; sulla base di alcune riconsiderazioni l’Ente locale ha formulato una delibera di indirizzo (n.37 del 29/1/2015) al C.C. per una rivisitazione dell’intero intervento, senza neppure informare il Comitato di Quartiere, soggetto proponente il progetto originario. Alcuni interventi di interesse pubblico non verrebbero più realizzati, mentre l’area destinata ad edilizia residenziale convenzionata verrebbe trasformata in commerciale.

Qualche giorno fa è stata convocata ed indetta una riunione del Comitato di Quartiere, a cui hanno partecipato anche i consiglieri comunali ed il partner privato. Nel corso della stessa il consorzio CCI Casa ha illustrato la proposta di modifica al progetto originario finanziato (sbilanciamento dell’intervento a favore di interessi privati). In considerazione della mancanza di atti propedeutici, l’Assemblea ha deciso di aggiornarsi,  dopo aver meglio analizzato la proposta di rimodulazione.

Si fa presente che, vista la brevità dei tempi e le molte critiche che sono state avanzate in ordine alla proposta di modifica del progetto originario, il Comitato di Quartiere è fortemente preoccupato al che le somme finanziate possano essere ristornate. Il Comitato di Quartiere si farà promotore di una proposta che sia in linea con quella originaria. Va trovata una soluzione mediata tra il partner privato, l’Amministrazione comunale e il Comitato.