COLLURANIA E L’Anello di Einstein delle Canarie

Nel corso degli ultimi mesi una scoperta molto importante è stata effettuata da un team di ricerca internazionale di cui fa parte Santi Cassisi, primo ricercatore dell’INAF – Osservatorio Astronomico di Teramo. L’importante risultato scientifico consiste nella scoperta di un nuovo anello di Einstein, un fenomeno affascinante ed estremamente raro da osservare nell’Universo. Un anello di Einstein è l’immagine distorta di una galassia molto distante, che è definita “sorgente”. La distorsione è prodotta dalla flessione dei raggi luminosi provenienti dalla sorgente a causa del forte campo gravitazionale di una seconda galassia massiccia chiamata “lente”, che, proprio come una comune lente ottica, si trova tra la sorgente e l’osservatore. La lente gravitazionale distorce la struttura dello spazio-tempo nelle sue vicinanze, piegando i percorsi della luce e disegnando un cerchio quando le due galassie sono esattamente allineate: la galassia sorgente si trasforma così in un anello che circonda la lente gravitazionale Mentre si conoscono diecine di casi di lenti gravitazionali, questa scoperta è particolarmente interessante perché l’anello è quasi perfettamente formato, segno che la sorgente e la lente sono quasi sulla stessa linea di vista rispetto a noi (in effetti la separazione è di soli 0.2 secondi d’arco), caso molto raro. Il team è formato, oltre che da Santi Cassisi, da Giampaolo Piotto dell’Università di Padova, e da alcuni ricercatori spagnoli dell’Istituto Astrofisico delle Canarie a Tenerife, Sebastian Hidalgo, Antonio Aparicio e Margherita Bettinelli una ricercatrice italiana, che sta svolgendo il suo dottorato presso l’Istituto di Astrofisica delle Canarie e l’Università di La Laguna e che è stata la prima a sospettare che si era di fronte a una nuova lente gravitazionaleL’effetto di lente gravitazionale non costituisce solo una conferma della teoria della Relatività Generale, ma è anche un fenomeno che permette di osservare oggetti lontanissimi difficilmente osservabili senza questo effetto di lente naturale. Nel caso specifico, la galassia sorgente è a circa 10 miliardi di anni luce di distanza da noi, ma a causa dell’espansione dell’Universo questa distanza era minore quando la sua luce ha iniziato il suo viaggio verso di noi, e ha impiegato circa 8,5 miliardi di anni per raggiungerci. L’immagine del telescopio Blanco ce la mostra proprio com’era allora: una galassia blu popolata da giovani stelle che si stanno formando a ritmo rapidissimo. Invece, la lente gravitazionale, più vicina a noi, circa 6 miliardi di anni luce, è più evoluta e il processo di formazione stellare si è ormai interrotto. L’articolo scientifico è stato pubblicato sulla rivista internazionale di settore Monthly Notices of the Royal Astronomical Society

Anello di Einstein delle Canarie. L’immagine, ottenuta al telescopio di 4m Blanco in Cile, mostra la galassia sorgente (il cerchietto azzurro) che “circonda” la lente gravitazionale (la galassia rossa).