Teleponte: leadership indiscussa

Teleponte leadership indiscussaAmata o odiata, decantata o vituperata, non ci sono mezze misure quando si parla di “Mamma Televisione”, come se fosse un conflitto dicotomico d’inestricabile risoluzione. Eppure dal 3 gennaio 1954 la televisione ci accompagna nella quotidianita’ con numeri straordinari: 640 canali nella penisola (tanti quanti quelli operanti negli Stati Uniti), oltre un quinto delle Tv mondiali! Non è, però, tutto oro quel che

luccica… Una volta ci si raccoglieva davanti la Tv quasi in divina adorazione, forse perché ritenuta più colta, una Tv che dal modello pedagogico della Bbc, “dava al pubblico quello che pensava il pubblico dovesse conoscere e imparare, e non quello che richiedeva”. Oggi è davvero così? Il nostro viaggio nel panorama delle emittenti televisive del territorio, inizia da “Teleponte”, per bocca del suo direttore Walter Cori.E’ l’emittente televisiva provinciale più vicina alla città di Teramo, “la seconda, per indici di ascolto – come precisa il direttore – nel panorama abruzzese”. Teleponte, la cui denominazione è legata indissolubilmente alle sue origini (nel paese di Pontevomano) nasce quasi per una sfida personale di Fernando Scarpelli, direttamente nella sua mansarda, trent’anni fa. L’avvio è difficile, le risorse tecnologiche e commerciali esigue… La seconda fase si apre il 17 luglio 1997: dopo aver rilevato il Teramo Calcio, il gruppo Foodinvest della famiglia Malavolta compie lo step successivo, acquistando Teleponte e restandone proprietario per circa 11 anni, sino al maggio 2008, “quando – dichiara Cori – decise di venderla tenendomi all’oscuro di tutto”. Il resto è storia recente, con l’avvento d e l l ’ immobiliarista Aldo Di Francesco come editore e la relativa crescita, tanto graduale quanto costante, aprendosi al territorio con le nuove sedi di Roseto (prima) e S.Egidio alla Vibrata (poi). E l’apporto di nuove tecnologie: “Il quadro tecnico è stato, in positivo, semplicemente stravolto rispetto a dieci anni fa. Oggi si va avanti con la regia automatica,  un tempo bisognava fare i turni per mettere le famose cassette”. Il programma di maggior gradimento? “I 17 anni ininterrotti di “Super Gol” – vetrina settimanale dedicata al Teramo e al Giulianova calcio, in vita sino al fallimento della società biancorossa – mi toccano il cuore e sono impossibili da cancellare, ma noi tutti crediamo molto nell’ultima nata “4giorni”, una sorta di Primaditutto giornalisticamente più curata. E poi non dimentichiamo, da quest’anno, anche il panorama regionale con Calcio d’Abruzzo”. Un servizio unico? “Le 9 ore giornaliere di autoproduzione, partite e consigli comunali esclusi: sfido chiunque, a livello regionale, a mettere in campo un impegno maggiore!” Il rapporto con gli organi di stampa? “Nell’ultimo trentennio è cresciuta la credibilità dell’emittenza televisiva rispetto alla carta stampata; se le radio, invece, perseguissero una via professionale, non servendosi per larga parte delle agenzie di stampa, forse avrebbero lo stesso successo riscontrato in Spagna”. La Tv favorisce o manipola l’informazione libera? “Oggi è rara l’informazione d’inchiesta, perché la quotidianità e gli uffici stampa hanno creato un canovaccio che incide in modo palese”. Il digitale? “Una grande opportunità! È ovvio che occorrano investimenti e idee chiare”. Internet? “Il futuro della comunicazione. Pensate che il nostro live streaming viaggia a 500 contatti giornalieri, con potenzialità tuttora inespresse. Sul nostro sito www.teleponte.it è possibile anche rivedere tutta la programmazione settimanale”. La sfida futura? “Conservare l’indiscutibile leadership: il nostro biglietto da visita sono i bilanci in crescita dal 1997, pur non avendo sponsor istituzionali”. La sua più grande gioia? “Aver vinto un ricorso, a vantaggio della mia emittente e senza avvocati, con il Co.Re.Com Abruzzo: a fronte dei 12mila euro di contribuzione che intendevano darmi, ne presi quasi 100mila!”. La sua più grande delusione? “I rapporti umani che non sono quelli che sarebbero dovuti essere con un gruppo che lavora con me da sempre, con riferimento ad un soggetto…” Un aneddoto particolare? “Tanti! In “Quasy gol” curavo un collegamento esterno dalla sede della Met-eur Interamnia” di pallamano. Chiudemmo con una bottiglia di champagne che aprii in diretta: il tappo toccò la plafoniera, e questa precipitò sul tavolo tra le risate generali! Uno meno bello: il compianto Tiberio Cianciotta, già gravemente malato, intervenne telefonicamente per salutare le vecchie glorie calcistiche presenti. Quando lo riconobbi fui preso da un’emozione fortissima e faticai a proseguire…” Il miglior scoop? “Con l’ascolano Marino Costantini. Era interessato al Teramo calcio e lo intervistai in Ascoli: il presidente De Berardis si dimise e Costantini fu quasi costretto a rilevare il Teramo. Al suo esordio, non conoscendo nemmeno i  colori sociali del Teramo, salutò i tifosi del Francavilla anziché quelli biancorossi. La sua avventura durò 3 settimane…” Per chiudere: la sfida futura? “Conservare l’indiscutibile leadership: il nostro biglietto da visita sono i bilanci in crescita dal 1997, pur non avendo sponsor istituzionali”.