Sul palco la differenza.

massimo di gaetanoMassimo, come è stata la tua decisione di essere chitarrista classico? Voglio dire: la chitarra è uno strumento che negli ultimi 50 anni è associato particolarmente alla sua veste elettrica ed è facile che siano piuttosto grandi chitarristi del Rock come Jimi Hendrix, Jimmy Page, Brian May etc. ad aver appassionato le generazioni più giovani… -Sarò sincero, alla chitarra classica sono finito per sbaglio.. Volevo suonare a tutti i costi la chitarra elettrica per imitare i miei idoli, che sono esattamente quelli che hai citato come esempio, ma

mia madre (santa donna) mi ha spinto a studiare la chitarra classica in conservatorio per farmi avere un’istruzione accademica e completa. Poi la chitarra elettrica l’ho comunque sempre suonata parallelamente alla classica, ed ecco l’ibrido che sono ora. Che tipo di repertorio affronti e quanto è valorizzato questo strumento nella musica classica? Il repertorio che preferisco è sicuramente quello moderno e contemporaneo, anche il più estremo, ma non lascio da parte anche gli altri periodi storici (classicismo in particolare). Inoltre suono molta musica da camera, che è l’ ambito che preferisco. Nell’universo concertistico la chitarra classica purtroppo non ha la voce in capitolo che meriterebbe, ma non sto qui a rimarcare i soliti discorsi che fanno i chitarristi altrimenti necessiteremmo di uno spazio di 50 pagine. Hai mai pensato di imparare a suonare strumenti a corda più antichi come il liuto o il mandolino così da poterti dedicare maggiormente alla musica antica? Per un periodo ho provato una certa curiosità verso il liuto, ne ho avuto anche uno in prestito dal mio insegnante, ma ho capito che in effetti non fa per me. La chitarra è anche uno strumento particolarmente caro alla musica di tradizione popolare: penso soprattutto alla Spagna, e in generale ai paesi mediterranei, dove è uno strumento principe. Quanto ha influito la presenza di questo aspetto nella storia della chitarra? La componente popolare è fondamentale nella storia e nel repertorio della chitarra, e la grande abbondanza di brani con una forte matrice popolaresca è indicativa di questo aspetto. Secondo me il punto di forza della chitarra è proprio la commistione tra colto e popolare, che la rende completa ed interessante. Sei stato in Cina. Cosa hai trovato di questo mondo come importante spunto per la tua sensibilità artistica?…. Ho suonato con l’ensemble romano Metadiapason all’EXPO 2010 di Shanghai, e lì abbiamo tenuto anche altri concerti durante la nostra permanenza. E’ stata un’esperienza memorabile, formativo come può essere suonare all’estero così come suonare in una sede così prestigiosa. Il fatto poi che suonassimo musiche improvvisate e d’avanguardia ha reso il tutto estremamente interessante. Li ringrazio per avermi dato questa opportunità. E un ringraziamento particolare va a Martina Colli che ha permesso che ci fossi anch’io. Le sonorità della chitarra si addicono solo a situazioni di musica da camera oppure, secondo te, anche la grande sala da concerto può apprezzare un concerto solistico. Qual è la tua esperienza in questo senso? La chitarra può reggere qualsiasi palcoscenico, a prescindere dall’esigua potenza sonora che può esprimere. Al giorno d’oggi i chitarristi – se necessario – impiegano dei sistemi di amplificazione che non snaturano il timbro e il suono dello strumento, così da rendere il concerto pienamente fruibile al pubblico. Sul grande palco però si può riconoscere la differenza tra un grande interprete e un chitarrista “normale”. Sei un appassionato di musica Metal, è vero? Come fai a conciliare queste due vesti? Sono tanto un chitarrista classico quanto elettrico, e la passione per il rock e l’heavy metal mi ha sempre spinto a cercare
e sperimentare, anche nei miei studi accademici.Viviamo ormai in un’epoca in cui non si possono più ignorare le realtà che ci circondano, musicali e non: a mio avviso il limite sta nella ristrettezza di vedute, non nell’eclettismo. La musica e l’educazione musicale a Teramo. Lungi dal voler sempre fare futili lamentazioni, ma quanto è effettivamente valorizzata? E poi, in generale, come vedi le prospettive in Italia per i musicisti e come secondo te potrebbero cambiare in meglio. Spesso si sente dare questo consiglio: andare in America o in Germania. Teramo ha sempre dato la possibilità di suonare e studiare musica ai giovani, ma purtroppo risente della sua realtà di piccolo centro, con i mezzi del piccolo centro. In Italia la situazione non è migliore, perché non si investe più in cultura, e quindi anche in Musica. Andare all’estero ormai è quasi una tappa obbligata per tanti bravi musicisti che sognano un futuro artistico valido, quindi molti scelgono l’emigrazione per inseguire i loro sogni.

CHI È

Nome: Massimo
Cognome: Di Gaetano
Soprannome: Max
Data di nascita: 10/02/1982
Città: Teramo
Studi: Diploma in chitarra,
Master universitario di I livello in
strumenti per la didattica, biennio
specialistico di II livello in didattica
strumentale.
Collaborazioni: Frevo Guitar Trio
(trio di chitarre classiche). (MU)
SiCk Project (duo sperimentale
di chitarra e percussioni con
Alessandro Scenna)
Prossimi progetti: Con il (MU)
SiCk Project sta per uscire il nostro
primo lavoro discografico.
Un sogno nel cassetto: comprare un
cassetto! Ho tolto tutti i cassetti da
casa mia, vivo giorno per giorno.
Un aggettivo o motto per
descriversi: Zappiano.