La prima menzione storica di Chernobyl è datata 1193. Per 800 anni gli abitanti della città, nonostante la fame, il freddo o le malattie, hanno lavorato la terra, allevato il bestiame senza mai lasciare la loro casa natale. Oggi Chernobyl è uno spazio vuoto. Dei giardini fioriti, dei magnifici palazzi e monumenti non è rimasto quasi più nulla. E’ una città morta. Non ci sono più rumori, né vita. Solo 170 pensionati hanno deciso di tornare a viverci i loro
ultimi anni. L’energia nucleare è molto crudele. Un solo errore può causare un incidente e un incidente può cambiare il mondo intero. Purtroppo però senza l’energia nucleare, nel nostro tempo, non si può vivere. E’ una grande opportunità, ma allo stesso tempo un pericolo enorme. Vi è quindi la necessità di studiare e sperimentare nuove forme di gestione degli impianti nucleari al fine di evitare incidenti in futuro e di eliminare gli effetti negativi dei disastri che si sono verificati in passato. Il 25 aprile del 1986 a Chernobyl si accingevano ad arrestare il 4 ° reattore per l’ ordinaria manutenzione preventiva e allo stesso tempo, per testare uno dei sistemi di sicurezza. Il 26 aprile, alle ore 1, 23 minuti e 48 secondi, si verifi cò una serie di esplosioni che diedero inizio alla distruzione del reattore e dell’intero blocco 4. Delle 192 tonnellate di combustibile radioattivo presenti nel reattore, più di 7,5 tonnellate si dispersero in aria per 10 giorni. Erano composte di plutonio radioattivo, stronzio e iodio. La nube formatasi sopra Chernobyl si mosse in direzione nord coprendo la regione ucraina di Polesie, alcune regioni della Bielorussia e della Russia, contaminando una superfi cie di oltre 50 000 metri quadrati intorno a Chernobyl, compresi i fiumi che costituivano il bacino idrico di Kiev. Le radiazioni penetrarono nell’atmosfera dell’intero emisfero settentrionale terrestre. Le vittime dell’incidente di Chernobyl, furono 3.200.000 persone, tra cui circa 1.000.000 di bambini. La più alta esposizione fu subita da coloroche presero parte alle operazioni di spegnimento degli incendi e dell’emergenza. 238 i malati con la sindrome acuta da radiazioni, 29 di loro morirono nei primi mesi dopo la catastrofe, 2.000 persone colpite da ustioni da radiazioni. Circa 150. 000 le ersone evacuate dalla zona di contaminazione, che dovettero lasciare le loro case per sempre. la salute della popolazione che viveva nel Nord Ucraina, alcune regioni della Russia e la Bielorussia peggiorò nettamente dopo l’incidente. Si moltiplicarono i casi di patologie dei sistemi respiratorio, digerente, endocrino, del metabolismo, del sangue, aumentarono i malati di cancro e le malformazioni congenite. L’incidente di Chernobyl si impresse nella memoria collettiva durante la successiva quotidiana lotta agli innumerevoli problemi che si verificarono nei vari ambiti della società e per il destino di milioni di persone. Il disastro che ebbe luogo il 26 aprile 1986 deve essere ancora oggi un monito alla vigilanza, alla consapevolezza dell’umanità per la salvaguardia della propria incolumità.