Comandanti lo si è dentro e lo si resta. Dall’alto del suo metro e 96, con un sorriso ironico che l’accompagna, vede il mondo da lassù. E’ Gianluca Lulli, “lollo” o “bomber” per gli amici, capitano della Banca Tercas Teramo Basket. Nato a Palestrina(rm), è sposato con Cristina e ha due fi glie:Veronica ed Eleonora.
Circondato da donne. La carriera è davvero un florilegio di esperienze: Virtus Roma, Reyer Venezia, Fabriano, ancora Roma, Imola, Pozzuoli, Napoli, nuovamente Roma e poi Teramo. E’ stato nominato miglior giocatore del Lazio nel 1986 e ’87. Nel 1992 vince la Coppa Korac e nel 2001 la Supercoppa italiana sempre con Roma. Dopo tanti anni nella città aprutina ne percepisce pregi e difetti: “E’ una città piccola, a misura d’uomo, la gente è cordiale. Io cerco di non perdere le piccole feste e gli avvenimenti che si svolgono compatibilmente con i miei impegni”. Venezia è stata riammessa in Serie A, ma il Teramo aveva già pagato la wild-card che le garantiva il mantenimento della categoria. La Federazione dovrà ora restituire i 500.000 Euro: “Non so se la card vada abolita, ma sicuramente rivista. Nata come premio di risultato per la seconda squadra di A2, è stata interpretata all’italiana e quest’anno è successo un gran pasticcio. Venezia si è attaccata a qualche cavillo, la cosa è stata ingigantita dai media, ma le pressioni sono state illegittime”. Invece di dedicarci al settore giovanile – “non abbiamo più fame, non ci sono motivazioni, all’estero ci sono istruttori bravissimi che allenano già i bambini” – sembra che il problema attuale del basket italiano sia se Bologna riuscirà a prendere Kobe Bryant, anche per una sola partita. Pur trattandosi di un fuoriclasse cristallino, non c’è un po’ di esagerazione in tutto questo? “E’ una grande notizia che potrebbe dar lustro al movimento, ma anche stravolgere qualche partita se non il campionato! Certo, se viene per un solo match, è una esibizione”. C’è ancora la passione per il mondo sottomarino? “Ah, sì, mi piacerebbe svernare ai Caraibi ogni anno. Il mio sogno è di comprare una casa al mare, magari in Sardegna, dove ritirarmi. Guardo sempre i documentari, vado a pesca, m’immergo”. Una grande ammirazione per Michael Jordan –”inarrivabile”- ma…come può piacere Ayrton Senna ad una persona che non ama la Formula1? “E’ vero, ma lui era un’altra cosa. Non è un fattore emotivo per come sia morto, ma il suo modo di porsi, la grande concentrazione che metteva in ogni gara, il fatto che anche dopo una corsa andata male ripetesse la stessa intervista in cinque lingue, ha fatto diventare il brasiliano un mio paladino. E’ stato davvero un peccato non vedere un duello ad armi pari con Schumacher”. Da ultimo una domanda cattiva –”ecco, ti pareva…”- sulla panchina del Teramo: si dice che sia il nostro problema e che i punti arrivino solo dal quintetto-base : “Ogni anno pare sia sempre così ma non sono d’accordo. Certo con Siena ci siamo disuniti parecchio nel fi nale, siamo stati un po’ arruffoni nell’ultimo quarto, ma dobbiamo aspettare qualche altro test probante. Siamo solo agli inizi. Abbiamo grinta, carattere, desiderio”.Simpatico e sornione, il nostro capitano. Parafrasando Paolo Conte, viene quasi da dire: coraggio, bomber, dimentica la palla, vieni qui con noi a bere un’aranciata, contro luce tutto il tempo se ne va.