BREXIT, GREXIT E DEMOCRAZIA

“Formidabili questi nuovi critici della libertà: un anno fa volevano insegnare la democrazia ai greci, che nel loro piccolo l’hanno creata qualche millennio fa. Ora ci riprovano con gli inglesi, padri della democrazia moderna”. Questo l’incipit di un post di Enrico Mentana che commenta i “commenti” sull’esito del referendum britannico.

Anche i greci si pronunciarono come gli inglesi, ma Tsipras, appena insediatosi non ne tenne conto e contro le indicazioni del suo popolo (e del suo ministro dell’economia) optò per accettare le disposizioni della troika. Fu democrazia? Bisognerebbe chiederlo ai greci. Oggi gli inglesi hanno fatto altrettanto e il premier rispettando l’esito espresso dal popolo si è dimesso. Neanche questa è democrazia? Allora cosa lo è? Cos’è oggi la democrazia? Il potere (kratía) del popolo (demos) o di una parte di esso?

E’ democratica questa Europa sorda e cieca alle richieste di milioni di persone? Che decide di sacrificare intere generazioni di giovani e meno giovani per salvare banche e finanzieri responsabili dell’impoverimento di intere nazioni?

E’ democrazia quella che agisce solo per salvare interessi economici di elites?

E’ democrazia quella che ignora la solidarietà, l’accoglienza e l’aiuto alle persone ?

Che affama le fasce deboli, che deruba i giovani del futuro, che assiste senza muovere un dito alle stragi quotidiane di migranti?

“Ma l’Europa non è solo burocrazia – sostengono i difensori . Bene, allora che inizi a dimostrarlo. Anzi che inizino. Perché non è l’Europa ad aver smarrito il significato di questa parola, ma coloro che la guidano, che siedono su scranni voluti da illuminati ideologi e politici. Persone  che sognavano un Organismo in cui i più alti valori dell’umanità  trovassero compimento e realizzazione. Una democrazia universale, non un’oligarchia tecnocrate e bancaria i cui valori sono solo monetari