TERAMO CHE FU: l’Anfiteatro romano

anfiteatro-romano-teramoNon pensiamo necessariamente all'anfiteatro flavio di Roma: "il Colosseo". Anche nella nostra città c'è un Anfiteatro romano. A Interamnia, nell'attuale centro storico di Teramo, quando andiamo a fare la spesa o raggiungiamo il posto di lavoro, varchiamo una vetrina della città imperiale passando tra il teatro e l'anfiteatro di età romana. Le interferenze delle vestigia con la vita del centro moderno privilegiano la città e sono una realtà di superlativa importanza oltre che di grande fascino.

Il continuum visivo di storia e archeologia è un patrimonio che assicurerebbe un reddito rilevante. Fino a quando i nostri beni culturali soprassiederanno lo scacco di demolizioni sempre più divoratrici, la noncuranza e l'abbandono? Non si può eludere il dovere della memoria. Se uscissimo di casa e non trovassimo più il corso, la piazza, la chiesa non sarebbe più lo stesso senza quei luoghi che ci accomunano, che stanno alla radice. La tutela vuole anche scongiurare la perdita del senso di continuità della vita. Dunque l'anfi teatro va considerato. L'edifi cio fu costruito di forma ellittica, ampio cinquantaquattro metri per settantasei metri circa e doveva racchiudere una superfi cie di 3150 mq. Il pavimento stradale di via Irelli si ammorsa all'edifi cio a circa un terzo della sua altezza segnando dall'esterno il livello corrispondente alla cavea interna. Il paramento murario in laterizio svetta dodici metri in elevato. Vediamo fasce gradualmente rientranti verso l'alto fi no al settore superiore decorato da lesene. Il piano dell'arena, dove si svolgevano spettacoli, giochi e manifestazioni politiche è stato individuato a circa sei metri di profondità. Lungo la traiettoria del paramento esterno diversi accessi anulari sono stati interpretati come corridoi che dall'esterno consentivano di raggiungere le gradinate interne. I posti più vicini all'arena erano occupati dall'imperatore e dai personaggi di maggiore rilievo. Il popolo prendeva posto sulle gradinate. Più in alto e più lontana era la zona riservata alla plebe. L'edificio era destinato a spettacoli di vario genere, ludi gladiatorii, duelli, lotte tra fi ere. Le antiche forme di intrattenimento che si mettevano in scena nell'anfi teatro di Interamnia vengono illustrate dalle maschere, dall'equipaggiamento gladiatorio: il gladio, l'elmo, lo schiniero, lo scudo che vediamo sulle lastre di fregio continuo tradizionalmente attribuite all'anfi teatro oggi reimpiegate nella parete destra della Cattedrale. Le corone della vittoria sono raffi gurate sui dischi di lucerne, sulle terrecotte architettoniche e nei mosaici. Inoltre possiamo fare riferimento anche all'emblema del mosaico pavimentale della Domus del Leone raffi gurante il leone in lotta con un serpente: iconografia che potrebbe fare luce sul mercato dei giochi e l'importazione della fauna orientale. La risposta al desiderio di conoscere l'interno dell'edificio è sintetizzata dalla pittoresca e romantica aridità dell'angolo di via Ciotti. L'incontro fortuito di una scala e di una gradinata che chiude nel vuoto e poi il cielo... sembianze surrealiste facilmente reperibili quando si parla di antropizzazione del paesaggio urbano. A guardare bene però i fatti concreti delle scelte del passato sono state molteplici. L acostruzione del Duomo e del seminario hanno tagliato il muro perimetrale e riempito l'area dell'anfiteatro. Nel secondo dopoguerra fu aperta la via San Berardo che comportò lo sfondamento di un altro tratto di muro. Il dislivello tra la via San Berardo e via Irelliche abitualmente superiamo scendend ole scalette dell'anfiteatro fu chiamato a contenere questo segreto. Le rovine dell'edificio pubblico di epoca romanafurono sacrificate alla terra e alla vita ipogea. Il monumento oggi traccia una falce di luna sulla pianta della città. Lo sperone di un rudere lascia l'ultima voce della continuazione dell' anfi teatro interrotto sul fianco sinistro del Duomo. I cittadini egli utenti sanno sicuramente che fare una passeggiata archeologica raccontandosi la città che fu durante le tappe della storia sarebbe bellissimo, ma bisognerebbe decidere se guardare l'anfiteatro o farsi investire dalle auto.