Muoversi per combattere il tempo

sport anzianiTra i fattori stimolanti la longevità, il movimento ha la proprietà di modificare gli aspetti qualitativi dell’attività umana. Studi scientifici nazionali ed internazionali evidenziano come l’attività motoria riduca la mortalità e limiti i momenti di disabilità e di malattia, garantendo alle persone anziane una vecchiaia migliore. Il  movimento, fatto con razionalità e strutturato scientificamente, limita lo sviluppo di malattie quali l’ipertensione, l’osteoporosi, diabete, obesità, ictus e forme  depressive. Dal punto di vista sociale aiuta l’anziano a conservare l’autosufficienza, riducendo i

costi assistenziali. A livello psicologico il movimento riduce le  tensioni muscolari ed emotive, migliora l’umore, stimola le funzioni cerebrali, rafforza l’autostima e lo stato generale di benessere. Fisiologicamente il soggetto  attivo migliora il sistema metabolico, ormonale, respiratorio e cardiocircolatorio. Tutto questo accade con la rielaborazione degli schemi “corporeo e motorio”.

Attività adattate all’età.

Il movimento razionale deve tendere a creare un’attività fisica che si adatti alle capacità residue della persona anziana, quasi rieducativa  dal punto di vista funzionale, rispettando le caratteristiche fisiologiche e patofi siologiche dell’individuo.  Il movimento nell’anziano deve coinvolgere la sua  emotività e non proposto come un farmaco, ma inserito in un contesto sociale con persone affini. Se l’anziano viene ” medicalizzato”, pur avendo le risorse per muoversi insieme ad altri, ha motivo di pensare che la vecchiaia sia una malattia. Poiché negli anni il corpo modifi ca la sua struttura e le sue funzioni, bisogna disporre di attività che mantengano equilibrato il rapporto con il proprio fisico.

Obiettivi psico-motori: • Affinare nel tempo gli schemi motori per ridare le conoscenze del proprio corpo; • Esercitare l’organizzazione spaziotemporale; • Rieducare la respirazione; • Migliorare l’equilibrio, la propriocezione e la  coordinazione; • Migliorare la postura.

Obiettivi psico-sociali:  • Favorire la gioia di comunicare con gli altri attraverso il movimento; • Stimolare l’attenzione e la memoria.

Obiettivi fisiologici:  • Incrementare la forza dei principali gruppi muscolari; • Ottimizzare la stabilità globale; • Migliorare la mobilità articolare e l’elasticità  muscolare; • Aumentare la resistenza per le attività motorie giornaliere.

L’anziano ha l’esigenza di condurre con il  massimo rendimento le principali attività quotidiane più importanti, come alzarsi da una sedia, sollevare qualcosa,  inclinarsi avanti. Le lezioni svolte in palestra devono essere trasferibili alla vita di tutti i giorni ed abituare a trasferire i carichi sulla colonna vertebrale nella  maniera più economica. E’ importante migliorare la forza, soprattutto degli arti inferiori, insistere con il lavoro in decubito supino, prono e laterale. Tutto ciò serve  per mantenere le proprie relazioni sociali, utilizzare i mezzi pubblici, salire e scendere le scale, ecc. E’ essenziale inserire tra i vari esercizi fasi di  stretching che interessano i principali distretti muscolari eseguiti in forma lenta e graduale. Il tempo sottopone le ossa ad una trasformazione progressiva di decalcifi cazione. Questo processo è più marcato nelle donne perché, per fattori ormonali, perdono massa ossea più rapidamente (osteoporosi) e nel tempo  aumenta il rischio di fratture. I peggiori nemici per la salute ossea sono rappresentati da assenza di movimento e da malnutrizione. Le articolazioni perdono la  loro mobilità: irrigidimento delle capsule articolari, perdita di elasticità tendinea, diminuzione del liquido sinoviale,spesso con processi infiammatori.  Il sistema  muscolare diminuisce il tono, la forza e la massa, quest’ultima dovuta ad una riduzione del diametro e del  numero di fi bre muscolari. Diminuisce la velocità dell’impulso e della potenza, che si ricollega alla diminuzione delle fibre muscolari bianche (veloci).  L’invecchiamento dipende dall’interazione di molti fattori,  alcuni dei quali controllabili dall’individuo stesso, mentre altri no ( fattore genetico). Certamente il più controllabile è lo “stile di vita”. E’ noto che alcuni fattori  sono in grado di prevenire l’invecchiamento patologico: evitare il fumo, evitare l’eccesso di alcool che, se assunto in dose eccessiva, aumenta la pressione  arteriosa e favorisce il rischio di ictus, prestare attenzione alla dieta, evitando un’alimentazione troppo ricca di acidi grassi saturi, praticare l’attività fisica. Se si  potesse mettere l’esercizio fisico dentro una pillola sarebbe il farmaco più potente al mondo ed il più prescrivibile.