Disturbi alimentari: un registro per documentarli

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A partire dal 1 10 2009, il Centro di Riferimento Regionale di Fisiopatologia della Nutrizione della Asl di Teramo, ha avviato la registrazione di tutti gli accessi per disturbi alimentari, con l’intento di avere dati reali sulla loro crescente problematicità e allo scopo di promuovere la costruzione di un registro per la patologia alimentare nella Regione Abruzzo, indispensabile per la conoscenza del fenomeno e per un uso più razionale e ponderato delle risorse disponibili. Censiti ben 169 casi con disturbo del comportamento alimentare  (anoressia nervosa (20%), bulimia nervosa (12%), disturbi alimentari non altrimenti specificati o DANAS (39%) e obesità con disturbo da alimentazione incontrollata (DAI)

o Binge Eating Disorders (BED) degli anglosassoni (29%), utilizzando i criteri diagnostici del DSM IV. Si tratta di un numero molto elevato, se si considera la tipologia di questi pazienti che frequentemente necessitano, per più volte alla settimana, di un trattamento integrato e contestuale che impegna medico, psicologo e dietista. Sono state prese in esame le elaborazioni  relative  alle seguenti variabili inserite nel registro: a) sesso, b)  età,  c) titolo di studio, d) stato civile, e) attività lavorativa, f) comorbilità, g) inviante, h) provenienza e dati sulla mobilità attiva.

a) SESSO: La quasi totalità dei pazienti con disturbi alimentari è di sesso femminile, al pari di quanto riportato dalla letteratura (femmine 91%; maschi 9%);

b) ETA’: L’età media dei pazienti seguiti dal Centro per disturbi alimentari è risultata di 38 anni.

Tuttavia, almeno il 60% della casistica si colloca nella fascia giovanile, con il picco più alto che si osserva nella fascia “14 – 18 anni” (25%). A conferma che i disturbi alimentari sono un vero flagello della fascia adolescenziale/giovanile, mentre il 40% si colloca nella fascia adulta, con un altro picco significativo che si osserva nella fascia d’età  “39-43 anni” (15%).

Se ne deduce che non solo è indispensabile il trattamento precoce di questi soggetti, onde evitare le cronicizzazioni, in servizi integrati che siano in grado di diagnosticarli precocemente, ma è altrettanto importante sapere che esiste un’ importante quota della casistica che appartiene ad un’area di cronicità che necessita di trattamenti e di monitoraggio di lungo periodo, in servizi ad essa dedicati;

c) TITOLO DI STUDIO: Anche in questo caso, la prevalente giovane età dei pazienti fa emergere le percentuali di coloro che hanno conseguito il titolo di scuola media superiore (42%) e inferiore (41%), mentre i laureati sarebbero l’11% della casistica;

d) STATO CIVILE: Il 63% dei pazienti risulta essere celibe/nubile, data la prevalenza della fascia di età più giovane, il 33% coniugato, il 4% separato;

e) ATTIVITA’ LAVORATIVA: Il quadro degli occupati/disoccupati  tra i pazienti affetti da disturbi alimentari risulta notevolmente condizionato dalla presenza di un elevato numero di studenti, che rendono poco leggibile il dato della disoccupazione, che risulta, in questa casistica, al 18%;

f) COMORBILITA’: i pazienti affetti da disturbo alimentare sono frequentemente ego-sintonici, cioè ritengono di non aver bisogno di cure o resistono alle cure per cui si complicano frequentemente con altre patologie (comorbilità) che possono anche prendere il sopravvento al punto da oscurare il problema iniziale.

La comorbilità nei disturbi alimentari, inoltre, peggiora la prognosi e contribuisce a favorire disabilità, temporanea o definitiva.

Nella nostra casistica abbiamo trovato comorbilità nel 43% dei pazienti con disturbo alimentare.

Tra quest’ultimi, nel 79% abbiamo trovato comorbilità legate a patologie organiche e nel 21% comorbilità psichiatriche.

g) INVIANTE: La constatazione che l’accesso al percorso riabilitativo integrato è nella maggioranza assoluta dei casi diretto sta ad indicare che il filtro della medicina di base non identifica i pazienti che necessitano di questa tipologia di approccio, ma evidenzia che anche le altre strutture che intercettano la patologia alimentare non hanno una visione di rete e non collaborano costruttivamente alla gestione di questi pazienti, se non in una minoranza dei casi.

h) PROVENIENZA DEI PAZIENTI E MOBILITA’ ATTIVA: Di tutti i pazienti affetti da disturbo alimentare, il 56% proviene dalla provincia di Teramo,  il 44% da altre Asl, e di questi  il 9% appartiene alla mobilità attiva extraregionale.

Il dato della mobilità attiva è rilevante e sottolinea la grande capacità attrattiva del Centro di Giulianova sulle altre Asl regionali ed extraregionali. Poiché la ASL di Teramo è l’unica realtà regionale dotata di un servizio ambulatoriale pluridisciplinare integrato, interamente dedicato alla patologia alimentare, siamo andati anche a verificare se tale opportunità facilita diagnosi precoci e promuove un miglioramento del trattamento associato a minori costi di gestione. In realtà, abbiamo riscontrato tra i pazienti della Asl di Teramo un minor numero di anoressie e bulimie, ma soprattutto un minor grado di gravità, rispetto  ai pazienti provenienti da fuori Asl. A conferma, abbiamo riscontrato nella Asl di Teramo un maggior numero di disturbi alimentari precoci o subliminali. Infine, altro dato interessante è che l’anoressia nervosa nei pazienti teramani presenta normalizzazioni del sottopeso più rapide (mediamente 1,2 anni, rispetto ai 2 anni dei pazienti anoressici in mobilità attiva). Questi dati sono molto espliciti per far comprendere l’importanza dei servizi ambulatoriali dedicati alla patologia alimentare che, soprattutto se distribuiti in modo uniforme su tutto il territorio regionale (almeno1 per provincia), potrebbero produrre notevoli risparmi di spesa sanitaria e diventare il perno del trattamento ai disturbi alimentari,  facilitando la diagnosi e il trattamento precoce di questi gravi disturbi, garantendo la continuità assistenziale, garantendo un maggior numero di miglioramenti/guarigioni in tempi più rapidi e riducendo l’eccessivo ricorso al ricovero residenziale. Questi dati sottolineano e enfatizzano la correttezza della scelta strategica della sanità teramana per il contrasto alla patologia alimentare. Il presente lavoro è stato possibile grazie alla tesi sperimentale di specializzazione portata avanti dalla biologa Donatella Marconi presso il nostro Centro.