Morte nel sottopasso

sottopassoSi può morire nel 2011 per un sottopasso allagato? Teramo, come Genova, insegna.Tra il 2 e il 3 marzo di quest'anno, nella seconda notte della terribile alluvione che mise in ginocchio l'intera provincia, il noto gallerista teramano Pietro Rizziero Di Sabatino perse la vita in un modo tragico quanto assurdo, finendo con la sua Passat stationwagon sul fondo del sottopasso di Mosciano Sant'Angelo, completamente allagato.

Una trappola d'acqua e fango di otto metri cubi che lo inghiottì nel buio più completo. Pietro Rizziero Di Sabatino, quella notte,era di rientro da Pescara: uscito dal casello, imboccò per sbaglio il senso di marcia opposto, svoltando la rampa di accesso che lo avrebbe fatto scivolare in pochi secondi sul fondo di quell' abisso,non lasciandogli scampo nonostante fosse riuscito in ultimo ad uscire dalla vettura. Secondo l'Anas tutto sarebbe risultato essere al suo posto. La famiglia della vittima, rappresentata dall'avv. Gennaro Lettieri, è invece di ben altro parere,puntando il dito proprio contro il gestore della rete stradale. Nessun cartello avrebbe impedito alla vittima di imboccare la strada che lo portò alla morte. Oltre questo, si dovrà accertare l'efficienza del sottopasso,costruito appena due anni prima e, in teoria, capace di sopportare quella mole d'acqua. Per questo nei mesi scorsi dalla Procura di Teramo è stato nominato un perito autostradale per risalire ad eventuali pecche di manutenzione del tratto stradale.Le verifiche, una volta effettuate, sono finite sul tavolo del Pm, a disposizione delle indagini. All'origine dell'allagamento del tunnel, infatti, ci sarebbe stato un malfunzionamento delle due pompe di sollevamento adibite al prelievo dell'acqua piovana: proprio la posizione errata del relativo quadro elettrico, a livello della strada e quindi soggetto all'acqua, avrebbe mandato in corto circuito l'impianto,tanto da causare il blocco del sistema di prevenzione.