30 anni tra Atletica e Basket (ma sempre fedele alla sua Guzzi)

Intervista a “Il Prof.” Claudio Mazzaufo, preparatore atletico della Campli Basket “Nino Di Annunzio” 1957, neo Palma d’Argento del CONI.

 

Prima di diventare un preparatore, è stato per due anni atleta nelle Fiamme Gialle. Quest’anno festeggia i trent’anni di attività in qualità preparatore atletico sia per l’atletica leggera che per il basket. Basket e Atletica, il binomio della sua vita. Carriera costellata di risultati importanti che, senza la sua determinazione e le sue capacità, forse non si sarebbero ottenuti. Stiamo parlando ovviamente de “Il Prof.” Claudio Mazzaufo, raggiunto al telefono, abbiamo fatto una piacevole chiacchierata, con l’uomo dai traguardi sempre possibili e  motivatore d’eccezione.

 

“Prof.” come sta?

Ciao Caro, tutto bene, sempre impegnato, ma col sorriso!

 

Il 17 agosto è iniziata la tua 30esima stagione da preparatore!? Possiamo dire un professionista nel pieno della sua maturità lavorativa…

 

Si è iniziata la mia ennesima stagione, era il 1986 alla “Nino Di Annunzio” iniziava la mia avventura lavorativa con il Campli Basket, che poi mi ha portato a toccare varie discipline sportive: l’atletica e il basket su tutte. Beh se pensi che un uomo sia definito maturo a quaranta anni, sono nel pieno delle mie possibilità, quindi credo che possa, e soprattutto voglio dare ancora tanto al mondo dello Sport. Anche perché il pericolo maggiore nel nostro campo è “il sentirsi arrivati, essere più bravi di tutti”, se si percepisce quella sensazione, è difficile mettersi in gioco con onestà e passione per raggiungere ancora risultati importanti. Lavorare sempre con degli obiettivi nuovi, ascoltare tanto, confrontarsi sempre e poi onestà… i risultati arrivano, le celebrazioni non servono, le gratificazioni migliori arrivano dagli atleti che segui ogni stagione e dalle persone che ti stanno intorno che capiscono il tuo modo di lavorare lo apprezzano e comprendono bene i risultati.

 

“Prof.”, sì le celebrazioni non ti piacciono!? Però certamente questo riconoscimento del CONI, la Palma d’Argento per il merito tecnico, arrivata all’indomani delle Olimpiadi di Rio 2016 è qualcosa d’importante?!

 

Assolutamente si, questa onorificenza, rientra in quelle situazioni in cui senti apprezzato tutto il sudore, e riconosciuti i tuoi sacrifici fatti durante la tua carriera per aver lavorato su progetti e aver ottenuto risultati importanti nel campo sportivo e in particolare nel mondo dell’atletica.

 

Palma D’Argento, arrivata direttamente dal Presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Giovanni Malagò…

 

Sì dalla più alta autorità sportiva italiana, fa piacere e inorgoglisce per certi versi. Ma soprattutto riconosce il lavoro fatto nell’anno pre-olimpico (agosto 2015) con lo Stage di studio a Rio in cui lo staff tecnico e scientifico del CONI e della Federazione di Atletica hanno lavorato a 360° studiando i comportamenti e le reazioni sia fisiche, motorie e comportamentali con il clima e l’ambiente brasiliano, dei migliori prospetti Under 20 dell’atletica italiana. Lavoro importante, in cui il CONI e la Federazione di Atletica Leggera da anni stanno investendo tempo e forze per migliorare la preparazione degli atleti in vista di appuntamenti importanti come le Olimpiadi.  Un lavoro mirato, molto specifico, che con la sua relazione ha rappresentato un punto di partenza non trascurabile, per pianificare alcune scelte di preparazione per la successiva fase olimpica.

 

Riconoscimento al gran merito tecnico, anche alla luce dei risultati della spedizione degli “azzurri” a Rio… e azzardo io: le medaglie o comunque i risultati non sono mai casuali!

 

Bravissimo, io insieme ad altri tecnici, medici e specialisti dello sport, in quello stage abbiamo rappresentato un piccolo tassello rispetto alla miriade di aspetti e situazioni che si seguono per far arrivare gli atleti in condizione ottimale a questi appuntamenti, un riconoscimento a una parte millesimale di un lungo lavoro, ma come hai ben capito tu ormai nello sport nulla è casuale e improvvisato soprattutto una medaglia olimpica, richiede tantissimo sforzo e dedizione al lavoro.

 

A questo punto non posso non chiederti come vedi tu il bilancio dell’Italia a queste Olimpiadi!

 

Guarda alla luce dei risultati è un buon bilancio. Su tutto però, se devo dirla tutta a me dispiace per due cose in particolar modo. Il basket, come tu sai mi sta particolarmente a cuore, non è possibile che per la terza volta consecutiva non siamo presenti a un torneo olimpico… soprattutto con un torneo pre-olimpico di accesso disputato in casa e perso…

 

“Prof.”, credo che qualcuno debba da quel punto di vista farsi delle domande trovare delle risposte…

 

Credo anch’io che quest’ aspetto vada analizzato meglio, e impiantare un progetto duraturo negli anni, e andare a fondo… Poi l’altro aspetto non troppo positivo, il fatto che l’atletica leggera non abbia raccolto medaglie. Siamo passati da due possibili medaglie quella di Gianmarco Tamberi e quella di Alex Schwazer, a non raccogliere nulla. Il caso Schwazer, che non finirà qui, rappresenta un vero e proprio “giallo”, e Tamberi che arrivato all’appuntamento olimpico con un infortunio importante, ha dovuto dire addio ad un oro quasi sicuro. Dispiace tantissimo e lascia tanto amaro in bocca, anche se questa spedizione italiana ha dimostrato che siamo forti in altri sport di squadra al di là del calcio e del basket!

 

Una battuta su Usain Bolt, è veramente l’uomo più veloce del mondo!? Ci sarà un vero ricambio generazionale!

 

Bolt è  tutt’oggi il più grande atleta di tutti i tempi. Ha vinto tutto, sempre, non solo le olimpiadi. Ricambio è difficile, qualcuno che lo eguagli la vedo durissima, se conti che le prove di velocità come i 100 i 200 e altre sono specialità altamente performanti, in cui la tecnica si influenza ma non fino in fondo… per spiegarti meglio, prendi Serhij Bubka, vinceva tutto perché era un atleta grandioso e una tecnica sopraffina di salto con l’asta, la velocità è performance su un atto naturale che fanno tutti quindi è sarà sempre difficile. Scrivilo tranquillamente per me lui può essere paragonato a Muhammad Ali (nel basket ho sempre detto Mario Boni).

 

Eh il futuro dell’Italia di atletica è roseo!?

 

Guarda, l’Italia è ricca di prospetti interessantissimi, molti con delle alte prospettive davanti. L’intero movimento è in crescita e ci potrebbero essere delle belle sorprese. L’importante e seguirli bene e con attenzione. Che non significa allenamenti intesivi fisici e tecnici, bisogna ricordare una cosa fondamentale i ragazzi che fanno sport, non sono piccoli atleti, ma lo possono diventare. I ragazzi si divertono con lo sport, lavorandoci insieme progressivamente affinando tecnica e prestazione fisica, bisogna mantenere in loro la voglia di fare sport e divertirsi nella prestazione, pensa alla risata di Bolt quando si diverte gareggiando.

 

“Prof.”, immagino che il discorso atletica e allenamento ti stia molto a cuore, e il tempo a disposizione è quasi finito… ti va di fare una chiusa sul basket e le tue impressioni sulla nuova stagione farnese!?

 

Si lo sai benissimo, infatti starei ore a parlare di ragazzi e metodologia. Guarda il Basket, da quando ho iniziato io a lavorare, e dopo gli anni che ho vissuto a Teramo secondo me è sceso di livello… Per dirti il Campli del 1986 con Castorina, Antonetti, D’Alberto, Di Giorgio e Lunadei con ancora Lamonica, Lanzone e Lucantoni con due americani top, farebbero l’A2 e si salverebbero “in carrozza” ovviamente solo con guida Bruno Impaloni e Mazzuafo (sorridendo). Per quanto riguarda Campli, come dice Piero, abbiamo fatto diverse scommesse importanti, e credo che non ci tireremo mai indietro per fare la nostra bella figura, anche ai play-off.

Un abbraccio forte a presto.

 

 

Ufficio Stampa Campli Basket “Nino Di Annunzio” 1957