20 MARZO 1861: LA RESA DI CIVITELLA DEL TRONTO

di Michele Ciliberti
“20 marzo 1861: resa di Civitella del Tronto.
Dopo tre giorni di fuoco di artiglieria ininterrotto (durato dal mezzogiorno del 17 marzo 1861 alla mattina del 20), la fortezza di Civitella del Tronto si arrese ai piemontesi.
“La mattina del 20 marzo, nel mentre il Messinelli, e gli altri caporioni erano scesi in Città, come di consueto, tutt’i congiurati si armarono, ed avendo alla loro testa il capitano Tischar, scesero anch’essi: barrati i due sbocchi, che comunicavano con la rampa, per la quale si accedeva al Castello (Fortezza) ed alla Porta di Napoli, aperta questa, il Tischar accompagnato da un drappello di truppa e fornito di bandiera bianca si avanzarono verso i nostri; e la resa a discrezione dell’ultimo baluardo del Regno delle due Sicilie che ancora combatteva in nome di Francesco II, fu immantinenti trattata e conchiusa” (Tito de Sanctis, Assedio di Civitella el Tronto. Campagne per l’Indipendenza e l’Unità d’Italia. 1860-1861, Bezzi- Appignani, Teramo, 1892).
L’assedio vero e proprio di Civitella è durato ben 5 mesi (dal 4 novembre 1860 al 20 marzo 1861) durante i quali tante confuse vicende si sono verificate e si è concluso con la fucilazione dei comandanti ribelli. Le forze che si opponevano erano così costituite: assedianti, circa 420 uomini; assediati, 200 gendarmi, 91 veterani, 38 artiglieri, 25 cannonieri e oltre 200 briganti al comando di Zopito di Bonaventura. Gli assediati disponevano di 21 cannoni e di una colubrina in bronzo lunga 5 metri. Quasi tutte queste armi oggi si trovano a Torino, sarebbe opportuno, però, riconsegnarle a Civitella. I morti durante l’assedio tra le fila degli assedianti furono 7: 4 bersaglieri, un garibaldino, un foriere e una sentinella. Non si conosce, invece, il numero dei morti e dei feriti tra gli assediati.
Qualche giorno fa ho letto un post in cui si diceva che la Storia scritta dai vinti (sicuramente l’autore voleva dire dai vincitori) non sempre è vera. Io aggiungerei che neppure quella scritta dall’altra parte è obiettiva. La Storia è “quod infectum fieri mequit”, cioè è “ciò che non può essere non fatto”, quindi è solo ciò che è veramente accaduto e non ciò che viene interpretato!
               
Foto: palle di cannone e di obice e schegge di granate sparate durante l’assedio di Civitella del Tronto del 1861, con rupe su cui è stata costruita la fortezza.