SCONTRO DI TORNADO,IL RACCONTO DEI TORNADO

Il 19 agosto 2014 sui cieli di Ascoli Piceno 2 tornado dell’Aeronautica militare si schiantano in volo.

Un incidente spaventoso a cui assistono incredule molte persone dei paesi compresi tra il versante teramano dei Monti Gemelli e quello Ascolano .

A bordo quattro militari, due piloti e due tecnici, partiti dalla base di GHEDI (Brescia ) in volo per una missione di addestramento (in vista di un’esercitazione Nato in autunno) e che sarebbero dovuti tornare alla base in serata.

Diverse le testimonianze raccolte che raccontano del rumore del passaggio di aerei a quote molto basse e c’è chi ha assistito allo scontrarsi dei velivoli e all’esplosione, come pure alla pioggia di detriti successiva. La zona collinare in cui sono caduti gli aerei, compresa tra  Ascoli Picenoe i comuni di Venarotta,  Poggo Anzù, Camuranae Gimigliano. è andata a fuoco. “Si tratta di un’area molto vasta – racconta Maurizio di Stefano, vigile del fuoco che ha partecipato alle operazioni di soccorso e recuperosono circa 200 ettari e le operazioni e le forze in campo sono state coordinate sulla base di sistemi informatici , le cosiddette tecniche SAS (topografia applicata al soccorso). Si tratta di un sistema che permette di georeferenziare la posizione degli oggetti cercati e poi attribuire alle varie squadre di ricerca gli ambiti di intervento.” 

Può spiegarsi meglio? “ Le forze in campo, per un totale di circa 200 persone, tra Polizia, Carabinieri, Vigili del fuoco, Aeronautica, Soccorso Alpino, Speleologi e volontari sono state impiegate in base alla difficoltà dell’ area da battere. Le difficoltà di un’azione di ricerca sono essenzialmente 3: lo spegnimento degli incendiattivi ( e c’erano diversi focolai su tre fronti principali) e l’evitarne la riaccensione nei giorni successivi. La ricercavera e propria dei dispersi e degli oggetti e la messa in sicurezzadell’area, ovvero delimitarne i confini e sorvegliarne gli accessi per evitare l’invasione di curiosi o inopportune presenze. Quest’ultima parte è stata gestita dai Carabinieri. Sulla base di ciò ad ogni gruppo è stato affidato un ambito da controllare. Così, le zone coperte non valutabili dai mezzi
aerei, o più impervie sono state assegnate agli specialisti mentre le zone meno difficoltose ai volontari”. 

Che cosa avete visto e trovato? “Purtroppo in questi casi, ciò che resta è davvero poco. In un area così vasta, poi. Solo l’ultimo dei dispersi è stato ritrovato vicino ai resti principali dell’aereo. Nonostante il mestiere non ci si abitua mai alla vista di situazioni così drammatiche.”

Quanto sono durate le ricerche? “La macchina dei soccorsi, attivatasi immediatamente il 19 agosto (quando alla centrale operativa dell’Aeronautica è arrivato un segnale radio che conferma l’attivazione del sistema di espulsione dei seggiolini dell’equipaggio) ha lavorato talmente bene che già il sabato successivo, quando è stato ritrovato l’ultimo disperso (il Capitano Mariangela Valentini) le operazioni potevano dirsi concluse. Ciò è stato possibile proprio grazie al sistema di ricerca utilizzato, il SAS appunto, un meccanismo efficiente e rapido, in cui la tecnologia informatica ha permesso agli uomini in campo una prontezza di intervento davvero notevole, a cui si è aggiunta una ottima macchina organizzativa delle risorse impegnate”.

PrimaPagina, edizione settembre 2014 – di Mira Carpineta